Massimo Stano oro nella 20 km di marcia

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L’Italia della marcia, orfana di Alex Schwazer, centra un oro clamoroso e a sorpresa all’Odori Park di Sapporo. L’azzurro Massimo Stano ha vinto una gara ad eliminazione resa proibitiva dalle condizioni atmosferiche (31 gradi di temperatura e 63% di umidità). Il 29enne pugliese di Palo del Colle, fresco papà della piccola Sophie, ha corso una gara intelligente, senza inseguire il cinese partito dopo tre chilometri e lasciando sfogare i giapponesi nell’inseguimento sul circuito di Sapporo e partendo a un chilometro dalla fine, tagliando il traguardo a braccia alzate davanti di sei secondi al giapponese Koki Ikeda e all’altro nipponico Toshikazu Yamanishi. Il tempo di 1h21’05, superiore di quattro minuti al personale dei migliori atleti in gara, fotografa la difficoltà della corsa e l’impresa dell’azzurro.

Gara durissima

Il capolavoro di Stano è arrivato al termine di una gara durissima. Al primo km. ci sono già atleti che si spugnano come ne avessero fatti dieci. Si parte con i cinesi nascosti, Yamanishi davanti, Stano che si fa vedere in testa poi si nasconde e passa 13esimo al secondo chilometro. Primi crampi per un turco dopo 2,5 km., è il segno della difficoltà della gara in queste condizioni atmosferiche. Wang rompe gli indugi al quarto chilometro e va con l’indiano Kumar che prova a seguirlo come un’ombra e nella foga dell’inseguimento si vede alzare subito un cartellino giallo.

La situazione rimane congelata così per qualche chilometro, con Stano che si affaccia ogni tanto in testa al gruppo degli inseguitori e l’andriese Fortunato che lotta con i denti per restare agganciato a questo treno. Un po’ di selezioni però è stata già fatta. Corridori con record personali di poco superiori a 1h17″ hanno già distacchi importanti. L’indiano crolla, i giapponesi Yamanishi e Ikeda rompono gli indugi e si trascinano dietro Stano. Al 10 km., metà gara, Wang passa in 40.55 con 11 secondi di vantaggio su un gruppo sempre più ridotto. Ma fa troppo caldo. Il giovane cinese ha chiesto troppo a se stesso, rallenta, si lascia riassorbire e al comando restano in sette. Con Stano, i due nipponici, due cinesi, due spagnoli.

Al km 17 la svolta

All’ora di gara Stano si libera del cappellino, alla Marco Pantani e prende la testa del gruppo dettando il ritmo. Al diciassettesimo km. la svolta. I cinesi sembrano in difficoltà e i due giapponesi attaccano. Al trenino nipponico resta attaccato solo Stano. Lo Shinkanzen però a Sapporo è lui. Al 18esimo chilometro – come fossero gli Orazi e i Curiazi – cede anche lo strafavorito Yamanishi. A un chilometro dall’arrivo suona la campanella e l’azzurro è ancora in testa. Il pugliese sbuffa, suda ma alla penultima curva allunga e se ne va.

Stano è arrivato in Giappone dopo una preparazione travagliata, segnata non solo dal lockdown del Covid, ma anche da una periostite alla tibia che l’ha fermato per quattro mesi fino a gennaio scorso. La preparazione è così ripartita da zero a inizio anno. “Come diceva Michael Jordan in Space Jam, devo vedere se so ancora come si fa”, ha detto scherzando quando è tornato alle gare in primavera alle Terme di Caracalla. Evidentemente, visto il risultato a Sapporo dove l’ultimo oro italiano era quello del ’72 di Gustav Thoeni, se lo ricordava bene.

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