Dopo l’uno-due Gimbo Tamberi-Marcell Jacobs, l’Italia si regala un’altra doppietta tutta d’oro (forse ancora più inattesa) nella marcia. Dopo la vittoria di Massimo Stano nella 20 km. di marcia uomini, oggi è arrivato – stessa ora stessa distanza – il bis di Antonella Palmisano. L’atleta di Mottola (un’altra medaglia made in Puglia) che compie proprio oggi 30 anni – auguri – ha staccato tutte le avversarie al 18esimo chilometro dopo una gara tutta di testa e ha tagliato il traguardo all’Odori Park di Sapporo a braccia alzate, precedendo di 25 secondi la colombiana Sandra Lorena Arenas e di 45 secondi la cinese Hong Liu.
L’azzurra – che ha corso con una grande margherita bianca a tenerle fermi i capelli – ha sconfitto il caldo torrido della capitale dell’Hokkaido (31 gradi e un tasso di umidità al 67%) e le favoritissime cinesi allenate da Sandro Damilano che agli ultimi mondiali di Doha avevano monopolizzato il podio.
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dal nostro inviato
Ettore Livini
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Palmisano ha controllato con intelligenza la gara fino dall’inizio. Le tre atlete di Pechino – che quest’anno vantavano un miglior tempo inferiore di 2-3 minuti rispetto alle avversarie – si sono messe subito davanti ma senza forzare eccessivamente. Facendo tesoro dell’esperienza dei loro compagni di squadra che alla vigilia – dopo una sfuriata iniziale – erano crollati per il caldo dopo metà gara. Al terzo chilometro Palmisano – con un paio di occhiali a specchio azzurrognoli – si è messa in testa, esposta al rischio “paletta” (le ammonizioni dei giudici per marcia irregolare) ma in posizione ideale per controllare la strategia delle atlete di Pechino e per presentarsi senza dover sgomitare troppo ai due punti di rifornimento posizionati lungo il percorso, fondamentali per la reidratazione. Al sesto chilometro Eleonora Giorgi, in lacrime, è costretta al ritiro.
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Al nono chilometro è arrivato il primo allungo con l’ucraina Mariia Sakkharuk che forza per scremare il gruppo di testa formato ancora da una ventina di atlete. Palmisano (con a ruota le tre cinesi) ha tenuto e l’azzurra è passata al comando a metà gara con 16 atlete però chiuse in tre secondi. Il copione però è stato lo stesso della gara maschile. La boa di metà percorso ha segnato lo spartiacque di una gara ad eliminazione e cento metri alla volta la pattuglia di testa ha iniziato ad assottigliarsi. Sono arrivati i primi cartellini rossi con stop forzato di due minuti ai box, un giudice ha sventolato un giallo sotto il naso della Liu. Al quindicesimo chilometro ha alzato bandiera bianca la prima cinese. E davanti sono rimaste in sei.
Palmisano è passata rapida al rifornimento, ha buttato giù due sorsi d’acqua e ha provato un primo allungo, trascinandosi la cinese Yang, la brasiliana Sena e la colombiana Arenas. Alla seconda accelerazione dell’azzurra le avversarie non sono riuscite a rispondere e da lì è stata una cavalcata solitaria.
Palmisano era già arrivata a fine primavera in ottima forma e aveva conquistato l’oro agli europei di Podebrady. A fine maggio è scattato però un campanello d’allarme per un’infiammazione al nervo femorale che ne ha condizionato gli allenamenti. “Per 40 giorni ho potuto solo correre e non marciare – ha spiegato alla vigilia della gara – ma ora l’infortunio è sotto controllo e spero di non risentirne in gara”. Classifica alla mano, evidentemente, è andata così.