TOKYO – La medaglia del sorpasso a Roma 1960 arriva da uno sport al debutto, che qui in Giappone è di casa: il karate. A confermare le sue ambizioni e il suo ruolo tra i favoriti è Luigi Busà, che ha raggiunto le semifinali contro l’ucraino Stanislav Horuna nella categoria 75 chili del kumite, la specialità di combattimento diversa dall’esibizione solitaria del kata in cui Viviana Bottaro ha conquistato la prima medaglia italiana della storia. Siciliano di 34 anni, campione del mondo a Tampere 2006 e a Parigi 2012, l’azzurro è sicuro della medaglia visto che non è prevista la finale per il terzo posto. Gli incroci del destino hanno fatto della sua gara il 37° podio dell’Italia a Tokyo 2020, uno in più di Roma 1960, record assoluto di medaglie alle Olimpiadi insieme a Los Angeles 1932.
Luigi Busà “Ero un ragazzo obeso ora sfido i maestri a casa loro”
dal nostro inviato
Mattia Chiusano
23 Luglio 2021
Un solo stop nel girone eliminatorio
Busà ha cominciato il torneo battendo l’australiano Yahiro per 5-0 nel primo incontro del girone eliminatorio. Nel secondo lo stop contro il kazako Azhikanov (2-0), ma Busà ha reagito immediatamente battendo il tedesco Bitsch per senshu, assegnato al primo atleta che porta il primo punto dopo la fine del match (2-2). Contro l’azero Aghayev la vittoria per 3-1 che permetteva il passaggio del turno e la medaglia sicura.
La lotta all’obesità e il successo
In un’intervista a Repubblica Luigi Busà aveva raccontato il problema che lo aveva afflitto durante l’infanzia: “Il karate? E’ cominciato come un gioco, all’inizio ero un ragazzo obeso, chi poteva pensare alle Olimpiadi? Ero molto ciccione, mi piaceva mangiare, a 13 anni pesavo 94 chili, ed ero più basso di adesso. Solo mio padre vedeva in me qualcosa di speciale, lui è stato atleta, vedeva comunque che da piccolo vincevo campionati cadetti e qualcosa di serio potevo diventare. Il problema è che a 16 anni combattevo nei pesi massimi, e mi fecero capire che a livello internazionale non sarebbe stata una buona scelta: colpi e impatti troppo duri. Dovevo dimagrire, scendere nei medi a 75 chili. Ho fatto la dieta, e da quella categoria non mi sono più mosso. Dal gioco sono passato al lavoro, nel centro sportivo dei Carabinieri: sono appuntato”.