Morte sul lavoro, nel cellulare di Laila le foto del macchinario che si bloccava

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Quella macchina non funzionava bene e in azienda lo sapevano. Laila El Harim, la dipendente di 40 anni rimasta stritolata martedì mattina dalla fustellatrice a cui lavorava, lo aveva segnalato. Ogni volta che si verificava un blocco, la donna faceva le foto col cellulare. Immagini che usava per spiegare il problema ai tecnici che intervenivano e ai suoi capi. Scatti trovati nella memoria del suo telefonino. Inoltre la sera Laila, quando dopo una giornata alla  Bombonette, la fabbrica di cartoni per l’imballaggio di dolci a Camposanto, tornava a casa, ne parlava spesso anche col compagno Manuele Altiero.

“Non c’era il blocco automatico di sicurezza”: così la macchina ha ucciso Laila in azienda. Morti sul lavoro, Mattarella chiama Orlando

di

Giuseppe Baldessarro

05 Agosto 2021



“Se ne lamentava spesso – racconta l’uomo col quale lei aveva una bambina e si doveva sposare Diceva che la fustellatrice si bloccava, che non andava. E spesso dovevano intervenire gli elettricisti” . Ora di quei guasti ricorrenti si dovrà occupare anche la Procura di Modena che ha già aperto un fascicolo per omicidio colposo nel quale è indagato il legale rappresentante della fabbrica.

DOSSIER: MORIRE DI LAVORO

Saranno i magistrati attraverso i propri esperti a stabilire se ci sia una correlazione tra i malfunzionamenti di cui si parla e la morte della giovane madre. Laila teneva anche un diario nel quale, oltre a fatti personali, segnava l’andamento della giornata lavorativa. In quelle pagine secondo quanto dice il compagno, non vi sarebbero “riferimenti specifici, ma solo annotazioni generali come “oggi è andata così così” o frasi simili”. Di certo c’è che nel suo ruolo di dipendente, la vittima era nota per il suo senso di responsabilità, la sua dedizione e il rigore col quale da 15 anni in quel settore svolgeva le mansioni che le erano assegnate.

Modena, morte sul lavoro: i sogni spezzati di Laila nella Packaging Valley

dalla nostra inviata

Brunella Giovara

04 Agosto 2021



L’avvocata della famiglia della vittima, Monica Rustichelli, ha già annunciato che in caso di necessità nominerà dei periti tecnici “per esaminare il macchinario”. Gli investigatori adesso stanno cercando di capire perché il sistema di sicurezza fosse attivabile solo manualmente. Del caso ha parlato anche il ministro del Lavoro Andrea Orlando, durante il question time di ieri. E ha detto parole molto dure. Per il componente del Governo, infatti, ” tutti i controlli del mondo ” non servirebbero “se fosse vero quello che emerge dalle prime indagini”.

In altri termini: “Se una macchina durante il controllo risulta idonea, ma poi viene disattivato il suo dispositivo di sicurezza, tutto gli sforzi vengono vanificati”. Una frase significativa che spiega cosa sarebbe accaduto.
Intanto anche ieri decine di fabbriche del modenese si sono fermate per una prima mobilitazione della Cgil provinciale. Sul fronte politico si è mosso anche l’assessore regionale al Lavoro, Vincenzo Colla: “C’è un incremento inaccettabile degli episodi di morte sul lavoro, è urgente rafforzare il sistema. Per questo abbiamo intenzione di parlarne nella prossima riunione del Patto per il Lavoro “.

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