Un’estate meravigliosa

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Ah, che estate meravigliosa, seducente, miracolosa. Si sono allineati i pianeti dello sport sul cielo italiano. Brilla lo stellone. Pendono dalla nostra parte i centimetri, dei calci di rigore e dei fotofinish. Si vince per una frazione di secondo, per un soffio di vento. Per merito, per astuzia, per altrui supponenza. Corre Jacobs in 9,8. Lo insegue il Pil in 2,7. Entrambi volano rispetto al trimestre precedente. Trascinati i compagni di staffetta, predice il boom Brunetta.

La prima 4×100 l’hanno vinta i Maneskin a Rotterdam, da allora le abbiamo suonate a tutti. Ci siamo annessi il mondo: seminiamo in Brasile, Texas, Nigeria, raccogliamo trionfi. In attesa dello ius soli, lo ius soldi. Alla guida del carrozzone mandiamo l’uomo Fuortes. E diventiamo tutti più veloci, più alti, più potenti. Chi l’avrebbe detto? Nessuno? Più d’uno. Due, per l’esattezza: Roberto Mancini e Giovanni Malagò.

Hanno auto-avverato profezie folli. Due piacioni, certo, ma bisognerà pur sedurre gli dèi. Poi, tocca agli altri sgobbare, far gol, correre, lottare o remare, ma qualcuno deve pettinare il destino, instillare il sospetto che ci sia del buono in Italia. Che quel buono sia coltivabile e possa dare risultati eccezionali. Trentaquattro partite senza sconfitte, dieci ori di cui cinque nell’atletica. Il resto sono chiacchiere e distinguo. E stanno a zero.  

Ah, che estate meravigliosa, non vorrei mai lasciarti finire. L’inverno del nostro scontento è diventato una stagione gloriosa sotto l’algido sole di Londra e Tokyo. Abbiamo mostrato il Green Pass sulla soglia di una felicità disponibile eppure impensabile. Al sommarsi delle coincidenze candidi aruspici sentenziano: “Niente accade per caso”. Altri, più servizievoli, alludono all’effetto magico del cavaliere bianco. Tutto avviene per un misto di fato e volontà. Per la seconda non basta una guida, ci vuole un popolo. Bisognerà pur dirgli che non è battuto in partenza. Che non deve crogiolarsi nella medietà o affidarsi alle scorciatoie. Che può volare per cento metri o marciare per venti chilometri, uomini e donne. Che il desiderio ha un limite, ma prima andiamo a cercarlo, poi ne parliamo.  

Verrà l’autunno e porterà la quarta ondata. Possiamo affrontarla preparandoci o borbottando. Possiamo superarla o no, ma non essere “noi” quando va bene e “loro” quando va male. È un’estate meravigliosa, ma ha i suoi limiti. Oggi abbiamo vinto tre medaglie d’oro, ogni giorno piangiamo tre morti sul lavoro.   

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