Green Pass e il pasticcio controlli: il cliente ha l’obbligo di mostrare la carta di identità. Ma a chi?

Read More

Una circolare a firma del capo di gabinetto del Viminale Bruno Frattasi dovrebbe mettere nero su bianco quanto annunciato ieri dalla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e cioè che i titolari delle attività in cui vige l’obbligo di Green Pass non sono tenuti a chiedere il documento di identità ai clienti per verificare la corrispondenza con il titolare del qr code esibito. 

Ma non sarà facile rendere queste nuove disposizioni compatibili con quanto dispone il Dpcm istitutivo del Green Pass firmato il 17 giugno dal premier Mario Draghi che, oltre ad individuare i “verificatori” della certificazione verde nei titolari e nei gestori delle attività, prevede espressamente l’obbligo per i cittadini di esibire a loro il documento di identità. Circostanza, per altro, prevista anche nei passaggi della App Verifica 19, lo strumento individuato dal governo con il quale i titolari delle attività devono verificare se il qr code mostrato dal cliente è valido o no.

Green Pass, Lamorgese: “Non tocca ai ristoratori chiedere i documenti”. Scaricati 20 milioni di certificati nel weekend

di

Alessandra Ziniti

09 Agosto 2021

Dunque, stando al decreto (che in quanto fonte di legge primaria non può essere certo smentito da una circolare o peggio ancora da una faq), il cittadino che, ad esempio, va in un ristorante al chiuso, ha l’obbligo di presentare il documento insieme al Green Pass se il ristoratore glielo chiede. Certo, adesso, dopo l’annuncio del ministro dell’Interno, nessun ristoratore si preoccuperà di farlo ma se qualcuno, più pignolo, dovesse farlo il cittadino ha l’obbligo di esibire la carta di identità. Come per altro già fa quando, per verificare la titolarità di una carta di credito, gli viene richiesto.

Ad aumentare la confusione anche le indicazioni contrastanti che arrivano dai diversi siti istituzionali. Fino a qualche giorno fa, ad esempio, sul sito del Green Pass (dgc.gov.it) nelle faq  alla voce “come avviene la verifica” era esplicitato appunto l’obbligo per il cittadino di esibire il documento di identità “per la verifica della corrispondenza dei dati anagrafici presenti nel documento con quelli visualizzati dalla App Verifica19”. Adesso invece si legge solo “Ai verificatori basta inquadrare il qr code della certificazione verde e accertarsi della validità e dei dati identificativi”. Già, ma come?

E poi c’è il problema delle sanzioni. A questo punto, in che caso scatterà la multa per l’esercente se a un controllo a campione dovesse venire fuori che il cliente ha un qr code di un’altra persona?

Related articles

You may also be interested in

Headline

Never Miss A Story

Get our Weekly recap with the latest news, articles and resources.
Cookie policy

We use our own and third party cookies to allow us to understand how the site is used and to support our marketing campaigns.