Il sottosegretario leghista all’Economia, Claudio Durigon, 50 anni, da Latina, adesso dice di non essere un nostalgico, ma il fascistone che è in lui è venuto fuori con la più sconcertante delle proposte: “Meglio intitolare il parco di Latina ad Arnaldo Mussolini, che a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”, ha comiziato in piazza, con accanto a sé Matteo Salvini. “Incredibile”, commentano adesso in tanti persino nel suo giro, scuotendo la testa. Nella Lega, dove i parlamentari del Nord lo vivono come un corpo estraneo, non lo difende nessuno. Eppure Durigon è ancora lì, al suo posto. Com’è possibile?
Pd, 5S e Leu per la sfiducia a Durigon: “Inaccettabile il parco Mussolini”
di
Matteo Pucciarelli
10 Agosto 2021
Astuto ed eccessivo, indossa la maschera del pacioccone. Infatti veniva descritto come un cordiale spiccio, uno di quelli che vanno alle trattative politiche senza conoscere bene il merito delle questioni, ma che poi a furia di mediare, guidati da un istinto popolano, portano a casa il risultato. Senza pedigree, era passato dall’essere il vicesegretario dell’Ugl, il sindacato di destra, a sottosegretario al Lavoro nel governo gialloverde e ora sottosegretario al Mef, il vice dell’inflessibile Daniele Franco. Cosa lo lega al leader della Lega?
Potevano dargli una parte in Caterina va in città, il film di Paolo Virzì, che racconta anche l’antropologia della destra pontina. I nonni emigrarono dal Veneto durante il fascismo. Fu la governatrice del Lazio Renata Polverini a scoprirlo, nel 2010, portandoselo con sé in Regione, indicandolo come capo della segreteria dell’assessore al Lavoro, Mariella Zezza. A Durigon Latina stava stretta, e pure il piccolo sindacato, di cui era il leader provinciale. La Polverini agli amici ha detto di essersene pentita.
Il commento
Durigon, ora è giusto che lasci
di
Stefano Cappellini
10 Agosto 2021
È alla fine del 2017 che diventa magicamente leghista. Fa una campagna elettorale ventre a terra, la Ugl sposa Salvini e Durigon fa il giro degli imprenditori locali per raccomandarne il genio. Quando nasce il governo Lega-M5S, diventa l’uomo di quota 100, il che gli spalanca le porte dei talk del mattino, dove spiega la riforma ai casalinghi. Con Salvini vanno all’Olimpico a vedere il Milan, di cui entrambi sono tifosi, e nei giorni indimenticabili del Papeete, nell’estate 2019, quando le cubiste intonano l’inno di Mameli, nel privé del Capo c’è anche Durigon.
Diplomato in ragioniera, prima di fare il sindacalista è stato operaio alla Pfizer, con l’avvento di Draghi finisce al Tesoro con la delega ai giochi: per settembre ha annunciato gli stati generali del lotto. Mesi fa, in un video pubblicato da Fanpage, rivela spavaldo che “il generale che indaga sui 49milioni della Lega lo abbiamo messo lì noi”: un’affermazione che in un altro Paese avrebbe portato alle dimissioni immediate.
Qualcuno, tra i più maliziosi, sostiene che l’uscita pro Duce sia stata fatta per blandire gli elettori della Meloni: Durigon, da uomo pratico, si starebbe già riposizionando. Il parco comunale di Latina venne dedicato al fratello di Mussolini durante il fascismo, come omaggio per la fondazione della città di Littoria nel 1932. Ma già il podestà – appena sei giorni dopo il 25 luglio – ne cambiò il nome, ribattezzandolo semplicemente Parco Comunale. I cittadini lo chiamano da sempre i Giardinetti. Poi nel 2016 un sindaco civico, Damiano Coletta, espugna il feudo della destra e intitola i Giardinetti a Falcone e Borsellino.
Il forzista Elio Vito: “Voterò la sfiducia a Durigon, ma mi auguro che ci pensi prima Draghi”
di
Matteo Pucciarelli
10 Agosto 2021
Ora Durigon vorrebbe tornare al Ventennio, “perché le radici non vanno cancellate», pur giurando di non essere fascista. “Un uomo se non rischia nulla per le proprie idee, o le proprie idee non valgono nulla o non vale nulla l’uomo”, scriveva in un profilo Twitter poi abbandonato. Resta la domanda: che visione e impasto di umanità ha un sottosegretario che fa strame di memoria di due martiri della Repubblica?