Salvini difende Durigon (“è bravissimo”), ma la Lega teme il blitz di Draghi

Read More

 «La sinistra chiede le dimissioni di chiunque un giorno sì e un giorno no. Fascismo e comunismo sono stati sconfitti dalla storia e nella Lega non c’è nessun nostalgico. Durigon è bravissimo, è il papà di quota cento». Matteo Salvini ieri sera ha difeso il sottosegretario all’Economia leghista Claudio Durigon, che in un comizio nella sua città, Latina, ha proposto di cambiare il nome del parco pubblico Falcone-Borsellino per riportarlo alla vecchia denominazione, “parco Mussolini” (non Benito, ma il fratello Arnaldo, morto nel 1931). M5S, Leu e Pd da giorni chiedono le dimissioni del sottosegretario. «Durigon aveva chiesto al sindaco di occuparsi di immondizia e non di cambiare i nomi ai parchi. La Lega ha i piedi piantati nel presente e nel futuro», lo blinda Salvini.

Anche un leghista di lungo corso come Roberto Calderoli, che ne ha viste e sentite tante negli ultimi trenta anni, a volte ne è stato pure protagonista, si dice assolutamente sicuro: «Dai, sono le solite chiacchiere d’agosto che lasciano il tempo che trovano e a settembre scompaiono nel nulla, neanche esiste lo strumento costituzionale della sfiducia per un sottosegretario, al massimo è un atto di indirizzo che non vincola nessuno. Si fosse riferito al Duce ok, sarebbe stato grave, ma così è un peccato veniale», è la posizione di Calderoli. In realtà è ciò che pensano in parecchi nel Carroccio: si è trattato di un “erroruccio”, sì, per l’amor di dio, ma le polemiche sono tutte strumentali. L’indicazione generale è non prestare troppo il fianco, come se la questione non esistesse. Nella convinzione che sia la solita vampata agostana, quando tutti sono in vacanza e con la testa altrove. Insomma, la buriana passerà presto e così Mario Draghi potrà non doversene occupare.

Qualcuno, off the record, però fa notare che quando sul palco di Latina Durigon ha sparato la frase ad effetto su parco Mussolini — ampiamente applaudito un po’ da tutti — Salvini è invece rimasto immobile, pietrificato, avendo evidentemente subito capito che il terreno si stava facendo improvvisamente minato. «Rischiamo di incartarci su questa storia, Durigon ne ha combinate diverse finora, magari sarebbe meglio scaricarlo adesso che più avanti per altre cose…», è il ragionamento a cuore aperto di un lumbard, gente cresciuta nella vecchia Lega che non ha mai avuto troppo in simpatia i “nuovi” come Durigon, sbarcati quando il partito era in grande ascesa.

Related articles

You may also be interested in

Headline

Never Miss A Story

Get our Weekly recap with the latest news, articles and resources.
Cookie policy

We use our own and third party cookies to allow us to understand how the site is used and to support our marketing campaigns.