L’Europa teme un’ondata di profughi dall’Afghanistan. Berlino chiede che non vengano fermati i rimpatri forzosi

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BERLINO – L’Afghanistan è al collasso, e l’Europa teme un’ondata di profughi come quella provocata dalla crisi siriana. Anche Mario Draghi in giugno aveva chiesto che l’Unione si preparasse a contenere un flusso d’immigrazione illegale. Ma il Vecchio continente appare impreparato all’eventualità e c’è persino chi vuole convincersi che il Paese asiatico sia sicuro, e che i migranti in arrivo siano mossi solo da motivazioni economiche: è il caso dei membri Ue che stanno sulla rotta dei Balcani, quella finora adoperata dai primi afgani arrivati nell’Unione.

Germania, Belgio, Olanda, Danimarca, Austria e Grecia (e per ora non si sono schierati i governi sovranisti di Visegrad) temono che, se si apre la porta a qualcuno, il flusso di immigrazione non voluta sarà incontenibile. E nei giorni scorsi hanno chiesto alla Commissione europea che non fermi i rimpatri forzosi di chi ha chiesto e non ha ottenuto l’asilo politico. “La situazione in Afghanistan è delicata”, argomentavano, “ma è importante rimpatriare chi non ha reali esigenze di protezione”. Il momento però non poteva essere peggiore, con i talebani in rapida avanzata e il governo di Kabul vicino al crollo finale.

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di

Daniele Mastrogiacomo

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Tanto più se al momento è da escludere, come sottolinea la Commissione, uno scenario come quello del 2015, con la fuga dalla Siria di 1,3 milioni di persone. La lettera ha suscitato un coro di indignazione generale, con una presa di posizione molto dura da parte di Ong e organismi umanitari, e ieri alla fine Germania e Olanda hanno deciso di sospendere i rimpatri, sia pure di malavoglia, tanto che il responsabile tedesco degli Interni Horst Seehofer ha annunciato che la misura riprenderà “non appena la situazione lo renderà possibile”.

Fra le reazioni alla lettera, quelle di Amnesty International e altre 25 organizzazioni non governative, che hanno rivolto un richiamo prima di tutto al governo tedesco: “La Germania non può chiudere gli occhi davanti alle situazione dell’Afghanistan in continuo peggioramento”, dice una dichiarazione congiunta firmata tra gli altri da Pro Asyl, Pane per il mondo, Misereor e Medico international. Secondo le Ong, “ogni respingimento in Afghanistan è una violazione del diritto internazionale”. Severo anche il giudizio di Catherine Woollard, direttrice del Consiglio europeo su Rifugiati ed esiliati, che denuncia la strategia europea “basata solo sull’idea di impedire di arrivare ai richiedenti asilo, attraverso accordi con Paesi poco democratici”.

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dalla nostra inviata

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11 Agosto 2021

L’allusione è alla Turchia, che secondo il ministro belga Sammy Mahdi avrebbe potuto incaricarsi di fermare i migranti afgani così come fa per i siriani. Una bastonata è arrivata persino dal ministro degli Esteri lussemburghese, Jean Asselborn: “Di fronte all’iniziativa del ministro tedesco dell’Interno Horst Seehofer e dei colleghi Ue, non ho fatto altro che scuotere la testa”, ha detto Asselborn.

Alla lettera dei sei la Commissione Ue aveva risposto chiarendo che oggi è da escludere un’ondata massiccia di profughi e invitando i membri a impegnarsi per evitare una dramma umanitario. Il conflitto rischia di spingere mezzo milione di persone nei Paesi vicini, dicono a Bruxelles, ma “siamo lontani da una crisi migratoria”. Secondo i dati della Commissione, “gli ingressi irregolari di cittadini afgani nell’Ue sono a un livello molto basso, circa 4.000 dall’inizio dell’anno, cioè il 25 per cento in meno rispetto al 2020 per lo stesso periodo”. La maggior parte dei rimpatri è su base volontaria. “Nel 2021, su 1.200 ritorni in Afghanistan, 1.000 sono stati volontari e 200 forzati”, dice la Commissione.

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di

Giampaolo Cadalanu

11 Agosto 2021

Lo sforzo maggiore dell’Europa potrebbe essere indirizzato ad aiuti per Iran e Pakistan, meta di un afflusso di migranti più robusto. L’Iran ospita 3 milioni di afgani e ha lasciato aperte le frontiere. Il Pakistan ospita già 3,5 milioni di afgani e ha chiuso i confini, richiedendo un passaporto e un visto per entrare. Al momento Islamabad ha già circa un milione e mezzo di rifugiati sotto tutela Onu, con altri diecimila che chiedono asilo. L’Iran ne conta 780 mila, in Europa la Germania ne ospita 148 mila (con 33 mila che chiedono asilo), l’Austria 40 mila e poi Francia, Svezia, Grecia e Svizzera. L’Italia, secondo l’Onu, ne ha poco più di 12 mila, e 1300 chiedono asilo. A fine luglio la Guardia costiera turca ha intercettato una barca diretta in Italia con 208 afgani a bordo, ma in termini numerici l’Afghanistan conta appena il 3 per cento dell’immigrazione nel nostro Paese.

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