Le donne a Kabul nel diario della giornalista Marjana Sadat. Sparite per due giorni dopo le conquiste di due decenni

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Dopo due giorni che non si vedevano, dal momento in cui i talebani avevano preso il controllo del Paese, le presentatrici televisive afghane sono tornate ad apparire in video in un’importante rete di informazione. Erano sparite dagli schermi delle reti televisive locali per due giorni, anche se i talebani non avevano detto che dovevano andarsene e essere licenziate.

La storia del giornalismo in una zona di conflitto e lacerata dalla guerra è molto interessante in un Paese come l’Afghanistan. Dopo l’11 settembre 2001, centinaia di giornalisti, fra cui quasi 700 donne, hanno lavorato indefessamente in numerose reti televisive, centinaia di stazioni radio e migliaia di giornali in tutto il Paese, con vent’anni di conquiste e sacrifici.

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Ieri, il 17 agosto, le giornaliste di noti e importanti canali di informazione afghani (Tolo News, Kabul News e Ariana News) hanno fatto la storia comparendo in video e intervistando dal vivo esponenti talebani. È importante sottolineare anche che ieri i comandanti talebani sono entrati nel complesso dove ha sede la Tolo, la televisione più grande e famosa dell’Afghanistan, e hanno disarmato le guardie di sicurezza reclutate precedentemente dal governo di Ghani.

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Parte di questa triste storia è anche che l’Afghanistan è uno dei Paesi al mondo che ha perso un gran numero di giornalisti in diversi attentati da parte dei talebani negli ultimi decenni. Nonostante tutti i problemi e le minacce, le giornaliste sono state attive in diverse province, ma con la caduta dei capoluoghi di provincia nelle mani degli studenti coranici, nelle ultime due settimane, le porte dei mezzi di informazione locali si sono chiuse e le giornaliste hanno perso il lavoro.

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Tuttavia, il portavoce dei talebani Zabiullah Mujahid è comparso in video per la prima volta in una conferenza stampa e ha fornito rassicurazioni sulla sicurezza dei giornalisti e la libertà di parola: ma per il momento i programmi televisivi sono stati sostituiti da talk show e serie islamici, il che significa che è sparita tutta la musica, gli sceneggiati televisivi, i programmi comici o altri spettacoli di intrattenimento. La libertà di parola è una delle conquiste più importanti e preziose per l’Afghanistan dopo la caduta del regime talebano nel 2001. Ora la domanda che tutti si pongono è: l’Afghanistan sperimenterà una censura dell’informazione o nel 2021 avremo una versione aggiornata del regime rispetto al 2001? Solo il tempo potrà darci una risposta.

Marjan Sadat è un nome molto noto nel panorama dell’informazione afghana. Ha lavorato con Voice of America e Dw News, la rete televisiva più seguita e popolare in Afghanistan. Marjan ha anche rilasciato molte interviste a media internazionali sulla situazione del suo Paese. Oltre al suo ruolo di presentatrice di programmi politici, ha scritto su diversi argomenti per mezzi di informazione nazionali ed è apparsa su media internazionali per commentare la situazione sul terreno. Ha viaggiato in più di 25 Paesi per diversi eventi internazionali e conferenze.

(Traduzione di Fabio Galimberti)

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