Quasi il 90% degli italiani che hanno oltre 60 anni, i più fragili per età di fronte al coronavirus, sono stati vaccinati completamente o con almeno una dose. Proprio le alte coperture fanno sì che tra i nuovi infetti e ricoverati ci siano anche persone che avevano completato il ciclo. Succede ad esempio con gli ultraottantenni.
Nell’ultimo mese, in base ai dati dell’Istituto superiore di sanità, ne sono finiti in ospedale 220 senza vaccino e 294 che lo avevano fatto. Si tratta di un cosiddetto “effetto paradosso”: con la crescita delle coperture, ormai altissime in quella fascia di età, sale anche il numero assoluto di coloro sui quali il medicinale non funziona, circa il 5% del totale secondo gli studi. Magari supera anche quello di chi non ha coperture. Visto che gli over 80 senza vaccino sono ormai pochissimi, circa l’8% del totale, resta comunque molto più alto il rischio di ammalarsi per gli anziani che non hanno copertura.
La riduzione dell’efficacia del vaccino
Il tema dell’efficacia del vaccino non riguarda solo coloro sui quali il medicinale non funziona fin da subito perché rientrano in quella quota di persone sulle quali non è efficace. In questo momento a interessare di più il ministero alla Salute e l’Istituto superiore di sanità è la riduzione dell’efficacia legata al passare del tempo. L’Istituto sta così valutando i dati per capire se tra i vaccinati che si ammalano c’è una prevalenza di coloro che hanno avuto la somministrazione da più tempo, cosa che appunto rivelerebbe una riduzione della protezione. Per ora non ci sono segnali in questo senso.
Le coperture tengono. Il dato è utile per capire quando partire con la campagna delle terze dosi. Che venga fatta ormai è certo, si aspetta soltanto che gli esperti, tra i quali quelli del Cts, indichino quando partire.
L’obiettivo dell’80 per cento di immunizzati
L’idea al momento prevalente è di aspettare ottobre e vedere quante persone sono state vaccinate e cioè se si è raggiunto l’obiettivo dell’80%, cosa che sembra molto probabile. A quel punto si continueranno a fare somministrazioni alle persone scoperte che lo chiedono ma si dovrebbe anche iniziare con le terze dosi ai più fragili. Al ministero vorrebbero partire con i trapiantati, che hanno un sistema immunitario meno forte, e poi passare ad altre persone colpite da patologie che riducono la risposta dell’organismo contro il virus e ai più anziani. Riguardo alla disponibilità delle dosi, il commissario straordinario per l’emergenza, Francesco Figliuolo, ha già fatto sapere che non ci sono problemi. C’è una riserva disponibile e si possono fare nuovi ordini. La terza dose si farà a tutti con uno dei due vaccino a Rna messaggero, Pfizer o Moderna.
Idea controlli a campione sugli anziani
Ma per capire se le coperture iniziano a scendere c’è chi propone di fare un controllo a campione sugli over 80. Il presidente del Veneto Luca Zaia vorrebbe avviare uno studio sugli anziani, ai quali verrebbe fatto il test anticorpale proprio per capire se il loro sistema immunitario li protegge ancora. L’idea interessa anche altre Regioni e pure al ministero stanno riflettendo sull’ipotesi. È anche vero che l’esperienza dei tanti altri Paesi che hanno deciso di partire con la campagna delle terze dosi e gli studi sul calo delle coperture, specialmente tra i più fragili, già da soli suggeriscono di partire con la nuova campagna, almeno tra chi rischia maggiormente ed è stato vaccinato da più tempo.