Verona-Sassuolo 2-3: Veloso ‘tradisce’ i veneti, gli emiliani ringraziano

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VERONA – Eusebio di Francesco esce dal Bentegodi coperto dagli applausi ma con un muso lungo così. Dionisi, porta a casa tre punti con giocate di altissima qualità, ma ha un bel po’ da fare, nel gestire il “dopo Locatelli”. Il suo Sassuolo è un cantiere aperto, e lo si vede, che conquista il primo urrah grazie al suo immenso talento. Il calcio è così. Imprevedibile. 

Imperativo categorico: aggredire

Squadre speculari in avvio, con imperativo categorico di Dionisi e di Di Francesco quello di non far respirare i portatori di palla. Fin dal portiere. Al via Hongla deposita palla sui piedi di Boga che ha tempo per mettere a posto il mirino, ma non lo fa abbastanza. Alto. E’ un segnale? Niente affatto. Il Verona ruba subito il copione al team emiliano e fa decisamente meglio. Se Dionisi, apparentemente, fa rimpiangere De Zerbi, nella costruzione, Di Francesco sembra la naturale continuazione della gestione Juric.

<<La cronaca della gara>>

Veneti in vetrina

Le certezze in campo le hanno tutti, ancora, ma sono quelle venete a finire in vetrina, specie la solita intesa mancina tra Zaccagni, più libero di spaziare e Lazovic. Anche Barak però è leader che appoggia la copertura affidata al deb Casale e si fa sentire avanti. E’ lui a chiamare in causa Consigli, che si salva in angolo. 

Kalinic traversa, ma il principe azzurro…

Al riposo i gialloblù calciano nove volte in porta ben cinque più degli emiliani, al 31′ Zaccagni filtra in area a destra, poi con grande morbidezza la mette sulla testa di Kalinic che a Consigli battuto, in tuffo, colpisce la traversa. Sembra un prologo, ma il calcio è strano. La bella addormentata emiliana ha bisogno di un principe azzurro, chi meglio del giovanissimo azzurro campione d’Europa (quasi suo malgrando, quasi solo da mascotte) come Raspadori. Djuricic controlla sulla destra, i due si sono interscambiati i ruoli per tutto il primo tempo, e calcia teso in mezzo dove il giovane prodigio si inserisce al bacio. Il suo controllo a seguire vale mezzo gol, poi l’appoggio nell’angolino per l’1 a 0 ne è la naturale conseguenza. Va a onor del vero detto che nel Sassuolo che subisce, che soffre la costruzione dal basso come mai avevamo visto l’anno passato, c’è anche Frattesi che fa tanta legna ma anche offre scorci brillantissimi. Sua la prova generale del gol, sempre una lama che si infila centralmente, con bordata dal limite su cui Pandur è pronto, in acrobazia. 

Veloso tradisce il Verona 

Prima del riposo il professor Veloso, irritato, cade in una delle sue debolezze. Doppia ammonizione non solo evitabile ma imperdonabile per un veterano come lui. Verona in dieci e con un gol da rimontare. Nella ripresa, in avvio, il copione del match non cambia. Di Francesco toglie Kalinic e mette il giovane Cancellieri che in una manciata di secondi lancia per la vittoria Zaccagni, tiro in diagonale, Consigli ci mette i piedi. Il Bentegodi si scalda, ma il Sassuolo punta le sue fiches sulla qualità individuale. 

Djuricic allunga

E al 51′ allunga. Scambio stretto al limite, da calcetto, tra Djuricic e Caputo, palla di ritorno che è un babà, il n. 10, davanti a Pandur non ha che da spingerla dentro. Il doppio vantaggio però non fiacca l’orgoglio scaligero. Ecco Di Carmine e Tamezè per Hongla e Ceccherini, difesa a tre, urge rischiare. Di Carmine, che radiomercato dice in uscita, manca sotto misura un assist al bacio di Zaccagni. 

Toljan e l’incubo Zaccagni

Ma al 73′ il gol arriva. Toljan ricorderà Zaccagni come un incubo, il giocatore ripudiato dal Napoli, va via a sinistra e costringe il difensore a spingerlo a terra. Rigore forse generoso, il capitano veneto spiazza Consigli.Ora il pubblico (ah sì, c’è anche questo rientro), prova a spingere i gialloblù, ma a Dionisi basta aprire il forziere che ha in panchina e tirar fuori un diadema, la perla nera di Traorè. 

Traorè, la perla nera, Zaccagni amaro mvp

Tiro “alla Insigne” palla che bacia il palo e dà un ceffone alla rimonta veneta. Tre a uno. E’ il gol che scava il solco decisivo, Zaccagni però prima della fine vede bene di conquistare una (amarissima) palma del migliore in campo con un tiro, quasi dal fondo, che muore in gol sul palo opposto. Due a tre. Non una consolazione, ma siamo solo all’inizio. Vince il Sassuolo delle pepite d’oro, perde il Verona tradito dai suoi leader.

Hellas Verona (3-4-2-1): Pandur; Dawidowicz, Günter, Ceccherini (55′ Di Carmine); Casale (72′ Magnani), Veloso, Hongla (54′ Tameze), Lazovic; Barak (72′ Ilic), Zaccagni; Kalinic (46′ Cancellieri). In panchina: Berardi, Montipò, Cetin, Rüegg, Bessa, Frabotta, Ragusa. Allenatore: Di Francesco
Sassuolo (4-2-3-1): Consigli; Toljan, Chiriches (91′ Ayhan), Ferrari, Rogerio; Frattesi (83′ Magnanelli), Maxime Lopez; Djuricic (83′ Defrel), Raspadori (67′ Traore), Boga; Caputo (91′ Scamacca). In panchina: Pegolo, Satalino, Muldur, Peluso, Oddei, Haraslin. Allenatore: Dionisi
Arbitro: Volpi
Marcatori: 32′ Raspadori, 51′ Djuricic, 77′ Traore (S); 71′ rig. e 90′ Zaccagni (V)
Note: Ammoniti: Maxime Lopez, Djuricic, Veloso, Di Carmine. Espulso: Veloso doppia ammonizione. Recupero 3′ e 6′. 

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