Covid, i dati settimanali: la curva dei contagi inverte la rotta e per la prima volta segna un -0,7%

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Dopo sei settimane di crescita la curva dei nuovi casi torna a scendere, anche se di pochissimo. L’Italia è nel plateau, o come lo chiama il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro pianoro, i numeri sono quasi identici a quelli registrati domenica scorsa ma comunque vedere il segno meno fa ben sperare. Potrebbe essere l’avvio di una discesa più decisa che potrebbe proseguire almeno fino alla fine di settembre. A quel punto si capirà se la temuta riapertura delle scuole darà un’altra scossa verso l’alto. Sono stati 43.986 i casi tra lunedì 16 e ieri, contro i 44.335 della settimana precedente. Il calo quindi è dello 0,7%. Era dalla fine di giugno che non si osservava una discesa. L’effetto della quarta ondata, trainata dalla variante Delta, è stato meno pesante rispetto ad altri Paesi, che hanno visto un’impennata dei casi.

Resta stabile anche il numero dei tamponi, che hanno visto un leggero calo, passando da 1 milione e 432mila a 1 milione e 396mila.

L’andamento dell’epidemia nelle Regioni rivela che l’inversione di tendenza è iniziata quasi ovunque, con grandi realtà come Lombardia, Veneto, Emilia e Toscana che trainano la discesa. A salire sono rimaste cinque Regioni e un Provincia e continua a spiccare il dato della Sicilia, che a questo punto ha una sua epidemiologia, con il virus che fa crescere i casi di un terzo e fa rischiare il passaggio in zona gialla, sfumato per pochissimo la scorsa settimana. Ecco chi sale. La Valle d’Aosta passa da 55 a 76 casi (+21, +38,1%), Sicilia da 6.833 a 9.081 (+2.248, +32,8%), l’Abruzzo da 659 a 779 (+120, +18,2%), la Provincia di Bolzano da 283 a 333 (+50, +17,6%), la Liguria da 1.051 a 1.105 (+54, +5,1%), la Calabria da 1.541 a 1.591 (+50, +3,2%). Scendono invece la Lombardia, che passa da 3.842 a 3.260 casi (-582, -15,1%), l’Umbria da 858 a 757 (-101, -11,7%), il Veneto da 4.112 a 3.662 (-450, -10,9%), la Toscana da 4.880 a 4.375 (-505, -10,3%), l’Emilia-Romagna da 4.163 a 3.771 (-392, -9,4%), il Piemonte da 1.667 a 1.513 (-154, -9,2%), la Basilicata da 365 a 333 (-32, -8,7%), la Campania da 3.580 a 3.317 (-263, -7,3%), la Puglia da 1.926 a 1.815 (-111, -5,7%), il Friuli Venezia Giulia da 610 a 585 (-25, -4%), il Lazio da 4.052 a 3.889 (-163, -4%), le Marche da 1.129 a 1.077 (-52, -4,6%), il Molise da 71 a 68 (-3, -4,2%), la Sardegna da 2.384 a 2.325 (-59, -2,4%). La Provincia di Trento resta nella stessa situazione, visto che ha avuto un numero di casi identico nelle due settimane: 274.

Il calo non si osserva nei ricoveri. D’altronde ci vogliono alcuni giorni prima che il trend dei contagi si rifletta su quello dell’impegno delle strutture sanitarie. Ieri nei reparti dedicati al Covid erano assistite 4.239 persone, contro le 3.546 di domenica 15 agosto. L’incremento è di 693 letti, cioè del 19,5%. La crescita è superiore a quella della settimana scorsa (17,3%) e inferiore rispetto a quella ancora precedente (34%). Si tratta comunque del quinto incremento consecutivo e quindi probabilmente ci vorranno ancora un paio di settimane prima di vedere un calo. Nelle terapie intensive ieri c’erano 472 pazienti contro i 384 del 15 agosto, cioè 88 in più (+22,9%). La settimana scorsa l’incremento era stato del 22,1% e quella precedente del 10,3%.

Altra curva in crescita è quella dei decessi. Ieri il numero totale dei morti è salito a 128.751. Significa che in sette giorni hanno perso la vita per il Covid 319 persone. La settimana precedente erano state 212, significa in media 15 morti in più al giorno. Siamo ancora molto lontani dalle settimane, anche abbastanza recenti in cui perdevano la vita dalle mille persone in più ma si tratta comunque di un tendenza che deve essere invertita.