Roma. L’Inps non riconosce più come malattia il periodo che i lavoratori devono trascorrere in quarantena, o più precisamente in “sorveglianza attiva o fiduciaria”, perché entrati in contatto con un positivo al Sars-Cov-2. Lo ha fatto per tutto il 2020, grazie a uno stanziamento del governo Conte II di 663,1 milioni. Non può più farlo nel 2021 perché l’indennità da quarantena – la copertura di stipendio e contributi per i giorni di assenza – non è stata più rifinanziata. Cosa succede ora?
Se lo smart working è impossibile, perché la mansione richiede una presenza fisica del lavoratore, allora le strade si riducono a due: o copre il datore di lavoro o scatta il taglio in busta paga. Si può arrivare – calcola Unimpresa – fino a mille euro per due settimane di assenza. A rischio potrebbero essere già oltre 200 mila lavoratori che sono stati in quarantena nei primi sei mesi di quest’anno e per i quali non c’è più la copertura Inps. Le imprese non hanno cioè ricevuto il rimborso dell’Istituto di previdenza. Chiederanno indietro i soldi ai lavoratori?
Appello dei sindacati al governo: “Rifinanziate le indennità di quarantena, altrimenti rischio tagli agli stipendi dei lavoratori”
di
Valentina Conte
21 Agosto 2021
Il dato dei 200 mila è solo una stima, che parte dalla proporzione, osservata nel 2020, di 4,5 lavoratori in quarantena per ogni infetto. Proporzione che ora potrebbe essere applicata alle 45.835 denunce di infortuni da Covid-19 inviate dai datori all’Inail da gennaio a giugno di quest’anno. Ogni infezione – ogni “causa virulenta”, come la chiama Inail – è equiparata alla causa violenta. E dunque anche i casi accertarti di infezione da Sars-Cov-2 “in occasione del lavoro” valgono come infortuni e come tale sono stati e continuano a essere coperti da Inail e Inps. La quarantena non più.
Un problema molto serio. I segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil – Rossana Dettori, Angelo Colombini e Ivana Veronese – hanno chiesto ai ministri Andrea Orlando (Lavoro) e Daniele Franco (Economia), con una lettera datata 10 agosto, «un intervento normativo urgente» per sanare la situazione delle quarantene. E anche quella dei lavoratori fragili – ovvero immunodepressi, malati oncologici, sottoposti a terapie salvavita, disabili gravi – per i quali sino al 30 giugno ogni giorno di assenza dal lavoro era equiparato a un giorno di ricovero ospedaliero. Da allora non più.
Appello dei sindacati al governo: “Rifinanziate le indennità di quarantena, altrimenti rischio tagli agli stipendi dei lavoratori”
di
Valentina Conte
21 Agosto 2021
Nel 2020 circa 1 milione di lavoratori – 962 mila per l’esattezza – sono stati in quarantena per un totale di 13 milioni di giorni di malattia, il 9% dei 145 milioni di giorni di malattia complessivi, un numero a sua volta del 20% più alto del 2019. I certificati di quarantena sono stati 1,7 milioni per 13,7 giorni medi per lavoratore e 7,9 giorni medi a certificato. I contagi Covid sul lavoro sono da inizio pandemia al 30 giugno scorso 176.925 con 682 morti, per lo più tra i sanitari.