LONDRA – Via da Kabul entro una settimana, ma con una “roadmap” per i futuri rapporti con i talebani. È il risultato più immediato del G7 virtuale che si è tenuto martedì sotto la presidenza di turno di Boris Johnson, collegando in video conferenza i leader delle sette maggiori democrazie della terra, tra cui l’Italia. Aprendo il summit alle 14 e 45 ora di Londra, Joe Biden ha respinto le pressioni degli alleati, in particolare di Gran Bretagna, Francia e Germania, per estendere oltre il 31 agosto la data del ritiro delle forze americane che controllano l’aeroporto della capitale afghana: troppo pericoloso rimanere più a lungo in una situazione sempre più instabile sul terreno, resa ancora più pericolosa dal monito dei talebani che ci saranno “conseguenze” se le truppe straniere prolungano la loro permanenza, ha spiegato il presidente degli Stati Uniti.
Sull’Afghanistan la difesa di Biden: “Ho deciso io ma gli alleati erano avvertiti”. E in serata chiama Draghi
dal nostro corrispondente
Federico Rampini
20 Agosto 2021
Ma i talebani “devono garantire un passaggio sicuro per chi vuole lasciare l’Afghanistan anche dopo il 31 agosto”, ha detto il premier britannico al termine del vertice, cominciando a delineare una mappa occidentale per fare i conti con la controparte che ha per il momento vinto la ventennale guerra nella nazione soprannominata “la tomba degli imperi” per avere costretto ad andarsene gli eserciti di tre superpotenze: l’Impero britannico nell’ottocento, l’Unione Sovietica nel Novecento e l’America nel ventunesimo secolo. Le due prese di posizioni, ritiro delle forze Nato nel giro di sette giorni ma intimazione ai talebani di non impedire l’esodo di chi vorrà emigrare in seguito (non più con un volo da Kabul bensì attraverso Paesi terzi come presumibilmente il Pakistan), rappresentano un possibile compromesso, forse già discusso nel colloquio segreto di lunedì a Kabul tra il capo supremo dei fondamentalisti afghani, il mullah Abdul Ghani Baradar, e il direttore della Cia William Burns, trapelato soltanto 24 ore dopo.
Biden difende il ritiro: “Salveremo chi ci ha aiutati ma c’è il rischio terrorismo”
dal nostro corrispondente
Federico Rampini
22 Agosto 2021
Resta da vedere se i talebani onoreranno una simile richiesta. Per influenzarli, l’Occidente agita un bastone e una carota. Il bastone sono i “piani contingenti” che Biden ha chiesto al Pentagono di preparare nel caso che gli Usa “abbiano bisogno di restare in Afghanistan più a lungo”, senza escludere eventuali minacce, come i missili sparati da droni, a cui il capo della Cia può avere alluso nella conversazione top secret con Baradar. La carota sono gli aiuti economici, i crediti da scongelare, l’assistenza umanitaria, che l’Occidente ha promesso all’Afghanistan, un rubinetto che chiaramente potrà chiudersi di fronte a nuovi abusi dei diritti umani. In ogni caso, dopo “l’amarezza” del ritiro, come l’ha definita Angela Merkel, c’è l’intenzione di mantenere “un contatto” con i talebani, come ha detto Mario Draghi (e ha del resto già dimostrato il direttore della Cia). Da qui al 31 agosto, l’evacuazione dei residenti stranieri “e dei coraggiosi afghani che hanno combattuto al nostro fianco”, come ha affermato Biden (intendendo in particolare i 500 commandos afghani che stanno difendendo l’aeroporto di Kabul insieme ai Marines americani), proseguirà a ritmo sostenuto. Poi, si vedrà, sia per quanto riguarda il “passaggio sicuro” ossia la fuga dall’Afghanistan delle decine o centinaia di migliaia che vorranno andarsene, sia per il rispetto dei diritti guadagnati in questi vent’anni da minoranze, donne e giovani.
“Includere Russia e Cina”: Draghi media per avere il vertice a settembre
di
Tommaso Ciriaco
23 Agosto 2021
La “road map” delineata da Boris Johnson per il momento è avvolta nell’incertezza. Molto viene affidato, secondo le indiscrezioni, alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu prevista per i prossimi giorni, con il coinvolgimento di Russia e Cina, le due grandi potenze che a Kabul restano, perlomeno come ambasciate, e si dicono pronte al dialogo con i talebani, ben contente di riempire il vuoto lasciato dall’America: ma difficilmente Mosca e Pechino faranno gli interessi di Washington. Il G7 finisce così, dopo appena due ore di teleconferenza, cercando di coordinare l’approccio con il futuro governo afghano dopo l’imbarazzante caos di queste ultime settimane. “Biden si piega ai talebani”, sintetizza il Daily Mail, tabloid londinese di destra. I prossimi mesi diranno se l’Occidente, dopo avere perso l’Afghanistan, riuscirà a salvare qualcosa.