La drammatica denuncia di Vanessa: “Il mio ex ha urlato, ti prendo a colpi di pistola”

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Catania – Vanessa Zappalà aveva già raccontato tutto al maresciallo dei carabinieri. Pure come sarebbe stata ammazzata: “Il mio ex fidanzato Tony Sciuto ha urlato, ti prendo a colpi di pistola se so che hai qualcun altro”. E domenica notte, due mesi e mezzo dopo quella denuncia, lui le ha scaricato contro sette colpi di 7,65 sul lungomare di Aci Trezza, davanti ai faraglioni. “Ma com’è possibile che l’avessero scarcerato subito dopo la denuncia di mia figlia?”, si dispera mamma Antonella.

Il padre di Vanessa: “Se il giudice non l’avesse messo in libertà, lei ora sarebbe viva”

dal nostro inviato

Salvo Palazzolo

23 Agosto 2021

Otto giorni dopo l’esposto, i carabinieri l’avevano arrestato in flagranza, per l’ennesima incursione a casa. E la procura aveva chiesto i domiciliari per il 38enne Sciuto, separato con due figli, “considerato il concreto e attuale pericolo che possa insistere nel proprio comportamento illecito”. Valutazione condivisa dal giudice delle indagini preliminari, che poi però ha ritenuto sufficiente un più blando “divieto di avvicinamento alla persona offesa e ai luoghi che frequenta”. Ha scritto il gip Andrea Filippo Castronuovo, il 12 giugno: “Si può fare affidamento sullo spontaneo rispetto delle prescrizioni da parte dell’indagato (non gravato da precedenti penali recenti e specifici)”.

Femminicidio nel Catanese, l’uomo che ha sparato aveva diversi precedenti per stalking

di

Alessandro Puglia

23 Agosto 2021

Dice oggi il fratello di Vanessa, Giuseppe: “È tutto così assurdo. Lei l’aveva detto che non si sarebbe rassegnato”. Tony Sciuto l’hanno trovato impiccato ieri pomeriggio, in un terreno a poca distanza dal paese dove si è consumata questa storia, Trecastagni, alle pendici dell’Etna.Le indagini dei carabinieri, coordinate dal colonnello Piercarmine Sica, il comandante del Reparto Operativo di Catania, dicono che l’assassino aveva progettato nei minimi dettagli il suo piano: aveva affittato un’auto, si era procurato un’arma (che non è stata ancora ritrovata) e una trentina di proiettili. E non ha mai smesso di fare quello che aveva denunciato Vanessa: l’ha pedinata.

Ragazza di 26 anni uccisa in strada a colpi di arma da fuoco nel Catanese: l’ex fidanzato trovato impiccato

dal nostro inviato

Salvo Palazzolo

Natale Bruno

23 Agosto 2021

Domenica notte, ad Aci Trezza, una telecamera ha ripreso la giovane a passeggio con un’amica e altri due ragazzi. All’improvviso, si vede la 500 di Sciuto che si avvicina. “Lei gli ha detto: vai via, altrimenti chiamo i carabinieri”, racconta uno degli amici, ancora sotto choc. “Lui continuava a fissarla. Siamo scappati. Ma lui è sceso e l’ha raggiunta. La teneva per i capelli e sparava”.

Omicidio tra la folla la notte scorsa ad Aci Trezza, frazione di Aci Castello. Una ragazza di 26 anni, Vanessa Zappalà è stata assassinata con diversi colpi di arma da fuoco, uno dei quali l’ha raggiunta alla testa. L’ex fidanzato, secondo le prime informazioni ottenute da Repubblica si chiama Tony Sciuto, ed è ricercato dai carabinieri intervenuti sul posto. L’uomo era stato denunciato più volte per stalking ed era già sottoposto a misure cautaleari. Vanessa stava trascorrendo una serata lieta in compagnia della sua migliore amica, Ylenia,  e della cugina, Chiara,  tra i lidi del lungomare di Aci Trezza, in provincia di Catania, in estate principale luogo della movida. Una delle due ragazze con Vanessa è rimasta ferita di striscio e medicata dai medici del 118. Su Instagram pochi minuti prima di morire aveva postato le storie che oggi custodiscono il suo ultimo momento di vita e di libertà: uno spritz al lido Esagono, locale assai frequentato dai giovani catanesi in estate. (Alessandro Puglia)

Povera Vanessa. Al palazzo di giustizia c’è anche il taccuino su cui aveva segnato tutti gli ultimi raid dell’uomo che aveva denunciato. “Due giugno, davanti al panificio dove lavoro: 10,35 e 13,05. Tre giugno: 9,45. Quattro giugno: 20,13. Cinque giugno: 12,05”. Il 7 giugno, Scilla aveva voluto dare un segnale più forte, davanti casa. Vanessa annotava: “15,58; 17,15; 17,26; 18,47; 18,50”. Una sequenza assillante: “Ho angoscia, timore, paura. Ha messo un Gps sotto la mia auto, mi segue ovunque”. Il giorno dopo, i carabinieri arrestano Sciuto e in procura viene data la massima priorità al caso. Anche perché, intanto, lui non smette di lanciare post minacciosi su Facebook. Aveva pubblicato anche la foto di un uomo e di una donna su un terrazzo: lui le punta la pistola alla tempia e sulla schiena ha la scritta “I love you”.

Una tragedia annunciata. Come tante altre volte. Ora, le parole che quel giorno Vanessa aveva sussurrato alla caserma dei carabinieri sembrano diventate un urlo fra i corridoi del palazzo di giustizia deserto: “Ci siamo fidanzati nel maggio dell’anno scorso – raccontava – . Sono stati mesi terribili. Una volta, mi prese a calci e pugni in varie parti del corpo e ha distrutto casa. Ho avuto tanta paura. Ma all’epoca non ho avuto il coraggio di denunciare. Poi però l’ho lasciato, il 27 febbraio scorso. Lui continuava a seguirmi, una sera si intrufolò a casa, mi diceva: “Vattinni a fare la buttana con i tuoi cugini, tanto sempre appresso ti sto”. Oppure: “Divertiti con Tik Tok, che poi mi diverto io””. Vanessa aveva terminato la sua denuncia con parole che più chiare non potevano essere: “Chiedo un provvedimento urgente in quanto temo per la mia incolumità e per quella dei miei familiari. Ritengo Sciuto persona molto violenta e pericolosa”.

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