I più fortunati sono anche i più bagnati. Sono i condomini degli appartamenti dei primi due piani di via Antonini 32, quelli staccati dalla Torre Moro, quelli con i terrazzini trasformati in enormi posacenere di lamiere infuocate, le prime a staccarsi dalla copertura in alucobond. Sono gli unici autorizzati a rientrare fisicamente nelle loro case e il via arriva quando i primi goccioloni del temporale di fine agosto bagna le loro teste coperte dai caschetti gialli dei vigili del fuoco. Hanno in mano sporte dell’Esselunga e del Penny Market, quelle più capienti dell’Ikea, borsoni recuperati da qualche parente o trolley appena acquistati nel negozio qui accanto.
Devono fare in fretta, i pompieri che all’ultimo momento hanno raccolto le loro iscrizioni nel listone sono stati categorici: solo l’essenziale, qualche indumento, le chiavi, i computer, il contenuto delle casseforti. Andrea esce coperto di sudore, con la fidanzata a il fratello ha riempito tutto quello che poteva. “È l’essenziale per poter lavorare – sospira mentre indica i borsoni pieni di cd, portatili, faldoni e documenti – l’interno della casa era annerito ma tutto sommato gli oggetti si sono salvati”. Davide, chioma e barba rossicci dietro gli occhiali da sole, traina le sue valigette a rotelle e i suoi sacchettoni. È riuscito a infilare perfino le giacche con le grucce, le scarpe e le ciabatte, il necessaire e qualche maglione per l’autunno che verrà. Chissà, infatti, quando potrà rientrare.
Adesso o mai più. Lo pensano lui e gli altri condomini che per l’intera giornata si sobbarcano code assolate davanti al gazebo della protezione civile. Tocca anche a Morgan, abitante delle “Perle”, i loft che guardano lo scheletro d’acciaio della facciata più rovinata. “Ho preso il monopattino e la mia chitarra – spiega all’uscita – con questa potrò ricominciare a suonare”. Le liste per gli inquilini della torre sono fatte con altri criteri: ci si segna, si indica il piano, si disegna una mappa approssimativa della casa, si dà indicazione di massima ai pompieri – gli unici autorizzati a salire per le scale del palazzo – di dove potranno trovare gli oggetti di prima necessità. Poi, quando arriva il turno, li si guida su col cellulare, in videochiamata o in voce, oppure con i walkie-talkie. Michele, che nel rogo ha perso il cane Ernesto, un “lagotto” di un anno appena, ha ancora gli occhi umidi quando riesce a portar via due borse di roba.
Davide si allontana dal parcheggio raggiante, scavalca il nastro bianco e rosso con due borsoni e la custodia della chitarra: “I vigili del fuoco sono stati fantastici – esulta – hanno recuperato anche più roba di quanto avevo chiesto, messo dentro tutto quello che potevano. È un bel sollievo, dopo due giorni, mi ridà un po’ di ottimismo dopo quello che abbiamo sofferto”. Lo aspetta una stanza da un’amica, e qualche oggetto amico a riempire le prossime giornate. È la stessa sorte che tocca a tanti condomini, esclusi quelli dei piani dal 14esimo al 16esimo, gli unici rimasti inagibili: troppo devastati, troppo pericolanti ancora. Gli altri portano via le chiavi, il mac ricoperto di fuliggine, qualche collana. I quadri, no. I mobili, non se ne parla. Anche tanti armadi restano chiusi fino a data da destinarsi.
Incendio a Milano, gli abitanti di via Antonini: “Allarme non ha suonato”. Giallo sull’elettricità nell’appartamento al 15esimo piano
31 Agosto 2021
Nella Babele che si forma sotto la torre da fine mattinata, dopo un’assemblea straordinaria di condominio altrettanto caotica, è complicatissimo orientarsi. Il futuro prossimo è incerto e costoso, visto che il conto della permanenza nella trentina di stanze prenotate al Quark o agli Ata Hotel di Opera è in capo al fondo condominiale gestito dall’amministratore Augusto Bononi. Se ne discuterà venerdì, quando una delegazione di residenti verrà ricevuta a Palazzo Marino dal sindaco Beppe Sala. Viene a sincerarsi della situazione l’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran: “Avevamo messo delle strutture a disposizione, alla Bovisa. Ora cerchiamo di capire come farc carico degli altri alloggi”.