“L’ultima volta che sono entrato nella casa al 15esimo piano i contatori erano staccati, i differenziali dentro erano giù. Il frigo era aperto e vuoto. Anche perché il proprietario è via da quella casa da giugno”. Così, il portiere della Torre dei Moro, Walter Aru, ha raccontato l’ultimo giorno all’interno della casa da cui si è sviluppato l’incendio: è lui l’ultima persona ad aver frequentato il luogo dell’innesco prima del rogo di domenica. “Ho dato l’acqua alle piante sul balcone e sono andato via. Dentro alcuni appartamenti non sono nemmeno saltati i contatori, l’impianto elettrico era integro. Lunedì ho bagnato le piante. Non mi sono fermato a guardare cosa ci fosse sul terrazzo, non mi permetterei mai. Lavoro qui da dieci anni. Il proprietario? L’ho sentito ieri, mi ha chiesto come era la situazione. Era sconvolto”.
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di
Massimo Pisa
31 Agosto 2021
La testimonianza dell’uomo, ascoltato dagli investigatori, sembra quindi togliere dal campo una delle ipotesi, ovvero che le fiamme siano state generate da un corto circuito nell’impianto elettrico dell’abitazione al 15esimo piano. Rimangono aperte altre possibilità, come ad esempio quella dell’autocombustione di una batteria, di qualcosa che si è riscaldato al punto da generare il fuoco o di qualcuno che sia entrato nel frattempo. Elementi su cui stanno cercando di fare chiarezza i vigili del fuoco che stanno indagando sulle cause. La loro prima relazione, attesa a giorni, sarà la base del fascicolo aperto dalla procura sull’incendio con l’ipotesi di reato di disastro colposo a carico di ignoti. Un altro elemento fondamentale riguarda l’analisi dei consumi che verrà fatta tramite le rilevazioni di A2a: sarà importante capire se sono stati registrati picchi di consumo nelle ore o nei giorni precedenti all’incendio. Nel fascicolo è stata acquisita anche la relazione degli agenti delle volanti Mecenate e Romana quinto turno, i primi a essere intervenuti sul posto e a guidare i primissimi soccorsi alle persone rimaste ancora nella torre e subito evacuate.
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Dalle testimonianze raccolte finora nell’inchiesta è emerso che i condomini del grattacielo, che due giorni fa sono riusciti a salvarsi, non hanno sentito suonare alcun allarme antincendio quando si sono accorti dall’odore e dal fumo che le fiamme stavano divampando nel palazzo: elemento che si aggiunge a quelli già emersi due giorni fa secondo cui non fosse funzionante il sistema delle manichette antincendio tra il quinto e il decimo piano. Tra i documenti agli atti dell’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e dalla pm Marina Petruzella, ci sono già le pratiche tecniche relative al palazzo costruito tra il 2006 e il 2011: si tratta dei dieci faldoni che erano negli uffici dell’urbanistica di Palazzo Marino.
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Intanto le operazioni di messa in sicurezza della Torre dei Moro proseguono. Nella notte tra lunedì e martedì infatti si sono riaccesi dei focolai a causa delle correnti d’aria: i vigili del fuoco sono ancora sul posto con due squadre e ci rimarranno ancora per giorni per consentire a chi dovrà accedere al palazzo di farlo senza correre rischi. Al momento sono due i sopralluoghi effettuati all’interno dell’appartamento al 13esimo piano, anche se è necessario entrare con molta cautela visto che le condizioni del pavimento sono pessime. Ci sono poi ancora da ispezionare – viene spiegato dal comando provinciale di Milano – alcuni appartamenti e da monitorare la messa in sicurezza dello stabile dove, finché non saranno ultimate queste operazioni, non si potrà accedere.
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di
Federica Venni
01 Settembre 2021
Il destino dell’edificio è ancora in dubbio. Spetta ai vigili del fuoco stabilire se e quando il palazzo andrà demolito. La Torre dei Moro risulta regolarmente assicurata per 26 milioni di euro dalla Reale Mutua Assicurazioni. I periti della società assicurativa nei prossimi giorni cominceranno con le verifiche.