“Fateci tornare alla didattica a distanza”. Così, riferisce il Washington Post, molti genitori di ragazzi non vaccinati si rivolgono ai presidi per paura del contagio. Solo a Washington la richiesta è stata accolta per 200 istituti, autorizzati a fare lezione al computer nonostante le direttive negli Usa siano nette. Il ritorno sui banchi è l’obiettivo dichiarato di molti governi nel mondo, Italia inclusa. Laddove però le campanelle hanno già suonato, anche i contagi sono risaliti. Secondo la società Burbio, che si occupa del monitoraggio delle attività delle scuole negli Stati Uniti, almeno 1.000 istituti in 31 stati hanno chiuso per colpa del Covid dalla fine di luglio, quando le prime lezioni sono ricominciate. Secondo un sondaggio commissionato dai Centers for Disease Control (Cdc), solo una minoranza di genitori (il 43%) è favorevole al ritorno in classe per l’intero orario.
Le aule, soprattutto con gli alunni sotto ai 12 anni, godono solo in piccola parte dei progressi fatti con i vaccini. E la Delta, nel trasmettersi meglio, riesce a circolare anche fra i bambini, che l’anno scorso sembravano assai più protetti degli adulti. In Gran Bretagna ad esempio nell’ultima settimana di agosto i casi fra i ragazzi di 5-15 anni sono stati 300 ogni 100mila persone. Erano 10 nella stessa settimana del 2020. Probabilmente l’effetto delle prime scuole aperte nel paese non aveva ancora fatto in tempo a farsi sentire: la differenza sta tutta nella Delta.
In Germania, nel Nordreno-Westfalia, l’effetto del ritorno sui banchi è invece più nitido. Due settimane dopo la riapertura, 30mila studenti e 300 insegnanti si ritrovano già in quarantena. I tassi di infezione nei ragazzi tra 5 e 19 anni sono i più alti dello stato, che ha 18 milioni di abitanti e un tasso di vaccinazione simile al nostro.
Il proposito ferreo di mantenere le lezioni in presenza in alcuni paesi del mondo è già stato purtroppo abbandonato. In Alabama ad esempio, uno stato americano con 5 milioni di abitanti e il 40% di immunizzati – uno dei tassi più bassi degli Usa – le lezioni sono riprese da due settimane e negli ultimi sette giorni si sono registrati 9.200 casi solo fra scolari e insegnanti. La classe di età 5-17 ha contribuito con il 21% delle infezioni, pur rappresentando il 16% della popolazione. E l’unica soluzione possibile, in molti istituti, è stato tornare alla didattica a distanza, la famigerata Dad.
E’ vero che negli Usa le regole anti-contagio sono più blande e l’obbligo di mantenere la mascherina in classe è oggetto di contestazioni legali in molti stati. Ma nemmeno Israele, uno dei paesi dove la vaccinazione è stata più efficiente al mondo, è riuscita ad abbandonare la formula della scuola da casa. L’inizio dell’anno, il primo settembre, è stato accompagnato da una campagna di test massicci: tutti i ragazzi non vaccinati hanno dovuto eseguire da soli un antigenico prima dell’ingresso in classe, dove restano obbligatorie mascherine e distanze e dove saranno attivi dei centri per le vaccinazioni. Il paese sta vivendo un’ondata di delta che nei giorni scorsi ha portato a più di 10mila casi al giorno, come a gennaio, prima dell’arrivo delle fiale. Nelle aree con i tassi di contagio più alti si opta ancora per la didattica a distanza, a meno che almeno il 30% dei ragazzi sia vaccinato.
Tiene duro la Scozia, dove il governo ha annunciato: “Manterremo le scuole aperte a ogni costo”. Il ritorno in classe a metà agosto ha portato però la regione al suo record di casi dall’inizio della pandemia: oltre 5mila al giorno. Un terzo dei nuovi contagi ricade fra gli under 19. Attualmente, secondo la Bbc, 32mila ragazzi sono a casa per colpa del Covid: 6.400 contagiati e 25.600 in quarantena. E dire che in Scozia i ragazzi hanno l’obbligo di mascherina. Nel resto del Regno Unito si è deciso di eliminare sia le protezioni del viso che le distanze. Mentre si sollevano dubbi sulla necessità di immunizzare gli adolescenti, l’unica precauzione a scuola restano i test periodici cui i ragazzi devono sottoporsi. Varie comunità di scienziati hanno definito questa strategia estremamente azzardata.
Ci sono poi paesi, come l’Indonesia, che hanno appena riaperto le scuole – ma solo alcune – per la prima volta dall’inizio della pandemia. Il paese che in estate ha vissuto una delle ondate più intense del mondo, è uno dei pochissimi che ha optato per l’obbligo di vaccinazione per tutti i suoi cittadini. Anche a scuola le regole saranno ferree. Non solo ci saranno doppi turni, mascherine obbligatorie e parte dell’insegnamento a distanza. Chi avrà la fortuna di ritrovarsi tra i banchi, insieme ai compagni, dovrà restare rigorosamente in silenzio. Parlare diffonde goccioline. E il divieto di chiacchierare per gli scolari sarà l’emblema più evidente di una normalità che ancora stenta a tornare.