Tutti i partiti della maggioranza, compresa la Lega, hanno ritirato gli emendamenti al dl Green pass, approvato lo scorso 6 agosto, all’esame dell’Aula della Camera. A questo punto, non sarà necessario ricorrere al voto di fiducia sul decreto legge Covid che contiene le norme sul Green Pass, su cui gli emendamenti (circa 50) sono stati ritirati in Aula. La Lega è stata l’unica forza nella maggioranza ad aver presentato emendamenti che si sono aggiunti a quelli dell’opposizione.
“Ritirati emendamenti maggioranza. A seguito di ciò il governo ha detto che non ci sarà fiducia e si potrà discutere in aula il decreto Green Pass. Mi sembra doveroso per un minimo rispetto al Parlamento”, scrive in un tweet il leghista Claudio Borghi, presidente della Commissione Bilancio di Montecitorio.
Un breve commento da parte del leader della Lega dopo il ritiro degli emendamenti della maggioranza al decreto Green pass in discussione alla Camera: “Come Lega stiamo insistendo sui tamponi gratuiti soprattutto i minori, i disabili, per le famiglie con figli che non possono spendere 30 euro a tampone per due o tre figli”. Poi spiega: “In base a quante nostre proposte verranno accolte ci comporteremo di conseguenza, non è mai stata in discussione la fiducia in Draghi o in questo governo – dice Salvini parlando con i cronisti fuori dal Senato – Qualcuno voleva mettere la fiducia, eliminando la discussione in Parlamento. Invece il Parlamento esiste per parlare, per discutere, e quindi già questo è un passo in avanti per quanto ci riguarda. Noi abbiamo dimostrato buona volontà ritirando tutti gli emendamenti e trasformandoli in ordine del giorno. E’ chiaro che – conclude – se ci bocciano le proposte, voteremo di conseguenza”.
Una lunga interlocuzione protrattasi nell’intera giornata di ieri non ha portato ad una decisione sulla opportunità o meno di blindare il testo, spaccando la Lega ancora di più soprattutto dopo le tensioni dei giorni scorsi quando, durante i lavori in Commissione, deputati della Lega avevano votato contro il certificato verde, insieme con Fratelli d’Italia. Gli emendamenti della Lega sono passati da 900 a 50 e su alcuni era previsto il voto segreto, che avrebbe potuto compromettere la coesione della maggioranza.