Test di Medicina, per gli universitari “sei domande erano sbagliate”. La ministra Messa: “Le annulleremo”

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ROMA – L’Unione degli universitari ha denunciato sei errori presenti nei Test di Medicina e Chirurgia, realizzati in tutta Italia lo scorso 3 settembre da 76.000 candidati. Nella prova d’accesso, sostiene l’Udu, “erano presenti sei quesiti sbagliati che potrebbero compromettere il risultato finale e l’accesso di tanti studenti ai corsi di studi”. Sei su cento.

È accaduto che una domanda di Chimica, la numero 21, fosse inserita all’interno del comparto che comprendeva i quesiti di Logica. E, peraltro, la risposta era sbagliata. La 23, disciplina di riferimento Biologia, aveva un riscontro, sostengono gli studenti, ambiguo. La numero 2, questa di Logica, non era congruente alle regole riportate nel testo. Altre tre richieste avrebbero avuto problemi più sfumati. La graduatoria, se questi errori fossero confermati, potrebbe non corrispondere al vero esito dell’esame: a Medicina si può entrare o restare fuori per pochi centesimi.

Dalle prime denunce su Facebook, passando per un intervento del Codacons, ora la questione è approdata al ministero dell’Università e della Ricerca, che ricorda come si possano segnalare irregolarità su un forum interno fino a 9 settembre mentre il 28 settembre, salvo complicazioni, sia prevista la pubblicazione della graduatoria nazionale.

L’Udu, attraverso il coordinatore Giovanni Sotgiu, spiega: “Dalla sua nascita la nostra organizzazione supporta gli studenti in ricorsi individuali e collettivi sottolineando le irregolarità che caratterizzano il test ogni anno e permettendo a un maggior numero di candidati di accedere ai corsi di laurea. Negli ultimi anni c’è stato un aumento dei posti messi a bando per i corsi a numero programmato e in particolare per Medicina e Chirurgia, arrivando a 14.020 in questo 2021, ma questi interventi sono palliativi, messi in atto per gestire un problema strutturale. I test non funzionano e a ciò si aggiungono le irregolarità che caratterizzano procedure e quesiti, sottolineando la loro inefficacia e inattendibilità. Il numero chiuso – aggiunge – rappresenta la mancata volontà di investire in istruzione, università e ricerca, anche alla luce di una crisi pandemica che ha messo in ginocchio il nostro sistema sanitario nazionale. È necessario abolire questo sistema, superare il numero programmato per Medicina, Veterinaria, Formazione primaria e Architettura e permettere a tutti l’accesso a un diritto fondamentale”.

Un’interrogazione alla ministra Maria Cristina Messa è stata depositata da Manuel Tuzi, deputato cinque stelle della commissione Cultura. E oggi la stessa ministra intervenendo alla trasmissione The Breakfast Club su Radio Capital ha detto: “Devo riuscire a fare le graduatorie tenendo conto degli errori, quindi verosimilmente annullando le domande sbagliate o comunque quelle che sono sotto verifica. E poi – aggiunge Messa – vorrei incontrarmi con le commissioni che preparano i test per riuscire a dare qualche cosa di un pochino meno debole per il prossimo anno”.

Non è la prima volta che il Test di Medicina mostra problemi. Nel 2014 la ministra Stefania Giannini fu costretta ad annullare la prova. Nel 2020 fu cancellata una domanda e la valutazione del test affidato alle restanti novantanove.

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