Salvini: “Le varianti come reazione al vaccino”. La replica degli esperti: “Ognuno parli di quello che sa”

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Per Matteo Salvini, leader della Lega, “le varianti nascono come reazione al vaccino”. Poche parole, pronunciate nel corso della trasmissione a ‘L’aria che tira’ su La7, scatenano le reazioni degli esperti che smontano le teorie di Salvini. “Io sono vaccinato, posso prendere il virus e posso trasmetterlo. Se faccio un tampone ora, vedo se sono negativo. Lo strumento imbattibile per vedere se una persona è negativa in un momento è il tampone. Il vaccino non mi rende totalmente immune. Proviamo a fare informazione corretta: le varianti nascono come reazione al vaccino”, ha detto Salvini.

Una teoria che viene bocciata dagli esperti. “Le varianti nascono indipendentemente dal vaccino e sono dovute al numero di persone che favoriscono la comparsa di mutazioni. Queste mutazioni tanto più numerose quanto è ampia la platea dei soggetti infetti, spesso non danno nessun vantaggio al virus. L’unico elemento in cui il vaccino può intervenire in questo delicato processo – spiega Roberto Cauda, direttore dell’unità Operativa Complessa Malattie Infettive dell’Ospedale Gemelli di Roma – è rappresentato dal fatto che in presenza di varianti può favorire la selezione di quella variante che può diventare prevalente come avvenuto per Delta nell’ambito della popolazione generale. È evidente comunque che come si sta dimostrando in questi giorni l’infezione con la variante Delta colpisce per lo più soggetti non vaccinati nei quali può dare anche forme gravi di malattia”. Fra l’altro, come ricorda Cauda, molte mutazioni sono nate “nei paesi dove c’è un basso livello di vaccinazioni”. “La variante Delta è stata scoperta in India in un momento in cui non erano ancora iniziate le vaccinazioni. E la variante Mu è stata individuata in Colombia, dove l’immunizzazione è poco estesa”, aggiunge l’esperto.

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di

Jacopo Vergari

26 Agosto 2021

Le dichiarazioni di Salvini vengono bocciate anche da Massimo Galli, docente di Malattie infettive all’università Statale e primario al Sacco di Milano. “Il senatore Salvini deve parlare delle cose che sa e non di cose orecchiate in giro, lasci stare i vaccini che salvano le vite e oggi sono l’unico strumento che evita l’ospedale e il cimitero. Le varianti nascono sotto la pressione immunitaria dell’ospite – ha ricordato Galli – le mutazioni si vengono a creare casualmente e se una si rende più efficiente si afferma. Ma se non hai fatto il vaccino oggi con la variante Delta rischi di finire in ospedale e questa è la nostra preoccupazione maggiore”.

Su twitter interviene anche Roberto Burioni, docente all’università Vita-Salute San Raffaele di Milano, postando il titolo di stampa ‘Covid. Che ricorda quanto il vaccino sia l’unica arma che abbiamo a disposizione. “A questo punto la variante conveniente per il virus non è più solo quella che si diffonde di più, ma anche quella che riesce a infettare i già vaccinati. Una simile variante, in assenza di vaccino, non avrebbe alcun vantaggio e non emergerebbe mai. Ma in presenza di vaccinati potrebbe emergere. Quindi, in un certo senso, è la vaccinazione a tappeto a creare le condizioni nelle quali un virus resistente potrebbe emergere. Però non fate l’errore di considerare questo un effetto negativo dei vaccini: senza vaccini la variante non potrebbe emergere semplicemente perché troverebbe la strada libera verso il contagiare tutto il mondo”.

E aggiunge: “Per generare varianti il virus deve replicarsi infettando le persone. A ogni persona infettata il virus fa un tiro di dadi che potrebbe andargli bene, generando una variante resistente al vaccino. Quindi, in realtà, la strategia migliore che abbiamo per impedire a varianti virali resistenti al vaccino di emergere è vaccinare tutti quanti il prima possibile in modo da impedire al virus di replicarsi, e di provare a fregarci”.

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