Perché a Parigi l’Arco di Trionfo viene impacchettato

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Uno dei monumenti più noti della capitale francese, l’Arco di Trionfo che si trova alla fine dei Campi Elisi, sta diventando una gigantesca installazione artistica. È l’omaggio che Parigi sta preparando per Christo, che sognava di impacchettare il monumento alto 50 metri fin da quando, negli anni Sessanta, abitava in un appartamento che si trovava lì vicino. L’artista è morto il 31 maggio del 2020. Sua moglie Jeanne-Claude Denat de Guillebon, partner anche nel lavoro, è scomparsa il 18 novembre del 2009. In vita i due artisti hanno imballato altre enormi strutture: il ponte più vecchio di Parigi (Pont-Neuf) nel 1985 e la sede del parlamento tedesco nel 1995.

Il progetto che riguarda l’Arco di Trionfo parigino è stato portato a termine da un nipote di Christo, Vladimir Javacheff, in collaborazione con il Musoe Pompidou e le autorità francesi. L’installazione sarà inaugurata il prossimo 18 settembre, ua volta stesi definitivamente i venticinquemila metri quadrati di tessuto in polipropilene riciclabile argento e blu. Nelle intenzioni di Christo, il monumento in questo modo diventerà “un grande oggetto vivente, stimolato dal vento e dai riflessi di luce”.

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