Green Pass, stretta finale. Giorgetti: ora l’ipotesi è usarlo anche in azienda

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ROMA – L’obiettivo del governo è quello di estendere il Green Pass il più possibile. A tutti i lavoratori pubblici, senza distinzioni, già questo giovedì, il giorno in cui si terranno la cabina di regia e subito dopo un incontro con i presidenti delle Regioni e il Consiglio dei ministri. L’ipotesi di differenziare l’obbligo di certificazione verde a seconda del ruolo che si ricopre è stata studiata, ma appare per larga parte irrealizzabile. Perché anche nel pubblico accade spesso che si turni su posizioni diverse, che siano un archivio o uno sportello. La cosa più semplice è quindi estendere il Green Pass a tutta la Pubblica amministrazione. Quella più auspicabile – per il presidente del Consiglio e non solo – è che lo si faccia anche per tutti i privati. Non più quindi solo per chi lavora nei luoghi dove esiste già un obbligo per gli utenti, ristoranti, bar, cinema, teatri, treni, palestre.

In questo senso premono molto le imprese, attraverso ad esempio Confindustria e Assolombarda. Tanto che ieri è stato il ministro dello Sviluppo economico – il leghista Giancarlo Giorgetti – a parlare di ipotesi di estensione a tutti i lavoratori, spiegando che “stare al governo significa assumersi responsabilità e prendere decisioni anche se qualcuno non è contento”. Anche perché alle aziende “servono certezze sia sotto il profilo sanitario che sotto il profilo dell’organizzazione del lavoro”. Per arrivarci, evitando quindi la strada dell’obbligo vaccinale considerata per ora impraticabile, serve non solo che la Lega sia più compatta e meno incline alle sirene di Fratelli d’Italia di quanto si sia dimostrata finora, ma che si trovi un accordo anche con i sindacati. I tamponi gratis per chi non vuole vaccinarsi non sono considerati una richiesta ammissibile, anche perché – ragionano al ministero della Salute – si sterilizzerebbe l’effetto di incentivo al vaccino. C’è però la possibilità di istituire prezzi calmierati, come si è fatto per i ragazzi sotto i 18 anni.

Green Pass, Giorgetti: “C’è l’ipotesi di estenderlo a tutti i lavoratori. Stare al governo significa assumersi responsabilità”

13 Settembre 2021

Le strade sono due: o già giovedì si riesce – oltre all’estensione per tutto il pubblico – ad anticipare la misura per un pezzo di privato, oppure si rimanda questa seconda parte, puntando per la prossima settimana all’estensione completa. A Palazzo Chigi dalla Lega sono arrivate rassicurazioni sul fatto che nessuno si metterà di traverso, non solo per via dei presidenti di Regione che sono tutti a favore della norma, ma anche perché – dai dati raccolti – l’elettorato leghista è in gran parte ben disposto verso il Green Pass. Le “basi” più sofferenti sono quelle di Fratelli d’Italia e dei 5 stelle. Non ci sarebbero quindi ragioni vere, se non quelle della competizione elettorale interna con Giorgia Meloni, perché Salvini continui sulla via dell’incongruenza.

Terza dose, si parte il 20 settembre

di

Michele Bocci

13 Settembre 2021

Nel frattempo, dal 20 settembre si procederà a somministrare la terza dose di vaccino ai soggetti più fragili. Nessuna decisione è stata presa sugli altri, perché molto dipende da come continuerà l’epidemia. Al momento c’è un fisiologico rallentamento della campagna di vaccinazione. Con il 74 per cento di seconde dosi e l’80 per cento di prime dosi registrate ieri, ci si avvicina sempre di più a un nocciolo duro di persone difficili da convincere. Paragonati a quelli degli altri Paesi europei, i dati di contagi e mortalità italiani mostrano per adesso un quadro migliore. Abbassare la guardia però è fuori discussione ed è per questo che l’estensione a tutti i lavoratori della certificazione verde è considerata prioritaria: senza il superamento del 90 per cento di vaccinati, non si è certi di poter scongiurare un autunno difficile, addirittura con nuove chiusure. Il tentativo di evitarlo per ora sembra unire tutto il governo, ministri leghisti compresi, ma il vento elettorale che soffia da fuori in vista delle amministrative potrebbe portare sorprese. Anche se per ora, Mario Draghi mostra di non sentirlo. Così come si è mostrato sordo alle richieste di un vertice sull’immigrazione con la ministra Luciana Lamorgese e Matteo Salvini. Non se ne parla e non si farà.

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