Nella bolgia del Turk stadium la Lazio apre la sua avventura europea nel girone E di Europa League. Obiettivo di Sarri è quello di dimenticare le tossine di Milano, la sconfitta subita in casa Milan ha fatto male, specie per come si è realizzata. Misione compiuta? A giudicare dal risultato, e da come matura, no. Perde la Lazio più che vincere il Galatasaray. Il gol partita nasce da un regalo di Lazzari, che alza un campanile sulla porta, intervenendo con eccesso di superficialità nella terra di nessuno, tutto ci si può aspettare tranne che Strakosha spinga la palla in porta, con un numero di errori tecnici incredibili per questi livelli. Nella scelta di tempo del salto, nella postura, nella scelta di far scendere così tanto il pallone. Un gol che simboleggia come la Lazio, chiamata da Sarri a cambiare pelle, abbia ancora la sua vecchia muta, e non riesca ancora a assimilare gli schemi del tecnico toscano.
Imperativo categorico
“Bisogna dare una risposta soprattutto a noi stessi” è l’imperativo categorico di Sarra alla vigilia”. Ma da subito, la Lazio che scende in campo contro la squadra dell’Imperatore Terim è contratta. I turchi con il loro 4-2-3-1 molto mobile provano subito a imporre la loro pressione, asfissiando fin dall’avvio di azione i portatori di palla. Alla fine del tempo il possesso palla lo dimostra: ben 64 palloni su cento sono manovrati dai giallorossi. Che tuttavia, nel loro sforzo, si espongono alle volate di contropiede. Specie a destra dove Sarri propone i suoi giocatori più dinamici, più belli nella corsa. Anderson e Lazzari sembrano far parte della 4×100 azzurra olimpionica a Tokyo e filano via in un paio di occasioni che è un piacere.
Terim abbaia ma non morde
Ma il pugile Marcao guida sapientemente la retroguardia centrale dei padroni di casa, e Muslera esce con le maniere forti per fermare il terzino venuto dalla Spal (solo cartellino giallo). E così la Lazio non sfonda. Il prodigarsi maggiore dei padroni di casa, maltrattati nei preliminari di Champions fino a dover riparare nella seconda coppa continentale, è un abbaiare senza mai mordere.
Morutan, che rischio!
Tranne in un’occasione, quando un velo centrale al limite dell’area consente un tiro franco, un rigore in movimento, al rumeno Morutan. Il tiro è potente e non sembra lasciare scampo a Strakosha, salvato tuttavia dalla traversa. Si rimane sullo 0 a 0. Da rivedere, nella replica laziale, un contatto di Marcao su Immobile, lancio di Luiz Felipe al bacio, il centravanti viene abbracciato e non riesce a tirare, lo sloveno Jug fa spallucce. Nella ripresa, la sfuriata tattica dei padroni di casa scema, come l’urlo del Turk stadium, meno assordante. La Lazio prende campo e fa possesso palla come non aveva fatto nella prima parte. Immobile prova a forzare il blocco chiamando Muslera a una precipitosa uscita, la sfera finisce su Anderson che tira da posizione decentrata con eccesso di fretta, e si vede. Ma il tempo si apre con una giocata che fa ben sperare.
Meccanismi troppo “accigliati”
Invece le preoccupazioni biancoazzurre rimangono. Basti pensare a un errore di Luiz Felipe che spalanca l’area ad Akturkoglu che in area si allarga troppo e Strakosha in tackle sicolato fa in tempo a fermarlo. Ritmi meno sincopati, nella ripresa all’ora di gioco Luis Alberto sciorina un pezzo del repertorio, tiro che Muslera con una manata mette su Muriqi, subentrato a Immobile, su cui Marcao mette in angolo rischiando l’autogol. Ancora preoccupazioni laziali in difesa, in un paio di occasioni i capitolini provano a rianimare l’avversario, con due deviaioni sotto misura di Morutan e Cicaldau frutto di altrettante indecisioni, la palla sfila fuori di poco.
Il patatrac di Strakosha
È il prologo del gol che arriva al 67′ in modo a dir poco surreale. Un cross da destra viene alzato a campanile da Lazzari, non ci sono attaccanti in zona. Strakosha si impappina e porta la palla in rete. L’autolesionismo laziale continua quando Acerbi pesca Milinkovic, entrato nella ripresa, davanti a Muslera, il serbo alza poco la traiettoria del pallonetto, Muslera para in uscita al limite della sua area. Pazzesco. Non ci sono occasioni di grande rilievo, anche se Pedro – anche lui subentrato – prova un paio di volte di scuotere i suoi con un paio di tiri dal limite, non impegnativi per Muslera. Insomma la Lazio butta via almeno un punto, resta accigliata, anzi accigliatissima. Lontana dalla squadra brillante e ricca di idee in attacco che conoscevamo.
Galatasaray-Lazio 1-0
GALATASARAY (4-2-3-1): Muslera; Yedlin, Marcao, Nelsson, Van Aanholt; Kutlu, Antalyali (33′ st Emre Kilinc); Morutan (40′ st Feghouli), Cicaldau, Kerem (34′ st Babel); Dervisoglu (45′ st Mohamed). All. Terim.
LAZIO (4-3-3): Strakosha; Lazzari, Luiz Felipe, Acerbi, Hysaj; Akpa Akpro (11′ st Milinkovic-Savic), Leiva (39′ st Cataldi), Luis Alberto (20′ st Basic); Felipe Anderson (21′ st Pedro), Immobile (11′ st Muriqi), Zaccagni. All. Sarri
ARBITRO: Jug (Svn)
RETI: 21′ st aut. di Strakosha (G)
NOTE: Ammoniti: Muslera; Akpa Akpro, Muriqi, Zaccagni. Recupero: 1′ pt, 4′ st.