Amministrative 2021, un mini-test politico: 12 milioni gli italiani chiamati a votare il 3 e 4 ottobre

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Si vota domenica 3 e lunedì 4 ottobre in 1.157 Comuni per eleggere il sindaco e il consiglio, in Calabria per la Regione, oltre ai due collegi di Siena-Arezzo (dove è candidato il segretario del Pd Enrico Letta) – e Roma-Primavalle per le suppletive della Camera dei deputati. 

È la seconda volta che il voto per le amministrative è stato rinviato a causa della pandemia: doveva tenersi nella scorsa primavera, a maggio, ma è slittato all’autunno e, dopo un tira e molla tra i partiti, è stata scelta questa data.  Gli eventuali ballottaggi sono previsti il 17 e 18 di ottobre. 

Sono circa dodici milioni gli italiani chiamati a votare. Un mini test politico, anche se i partiti si sono tutti affrettati a mettere le mani avanti assicurando che le sfide sono locali e non ci saranno riflessi sul piano nazionale. Tuttavia il voto riguarda anche grandi città e quindi diventa la prima spia dei diversi rapporti di forza. 

Si eleggeranno infatti i sindaci di sei capoluoghi di regione: Torino, Milano, Trieste, Bologna, Roma e Napoli. Alle urne inoltre 14 città capoluogo di provincia: Pavia, Benevento, Caserta, Cosenza, Grosseto, Isernia, Latina, Novara, Pordenone, Ravenna, Rimini, Salerno, Savona, Varese.   

Valgono le misure anti Covid, ovvero saranno evitati gli assembramenti, previsto l’obbligo di mascherina, di igienizzazione delle mani e di non recarsi al seggio se con febbre oltre 37,5 o se si è in quarantena. Non può esserci limitazione al diritto di voto e perciò non c’è bisogno del green pass o di tamponi.  Per chi è in quarantena saranno allestiti seggi speciali per la raccolta del voto domiciliare. 

Le urne resteranno aperte dalle 7 alle 23 di domenica 3 e dalle 7 alle 15 di lunedì 4 ottobre. 

Ciascun elettore deve presentarsi al seggio munito di certificato elettorale e documento di identità. Gli sarà fornita la scheda di voto (azzurra per le comunali, mentre sarà verde per le regionali calabresi e rosa per le due suppletive) e una matita copiativa.    

Come si vota. Si può tracciare un segno solo sul candidato sindaco, perciò il voto andrà esclusivamente a lui. Oppure si può votare una delle liste collegate al candidato sindaco, nel quale caso il voto va sia alla lista che al sindaco che quella lista sostiene. Ma si può esprimere anche il voto disgiunto con un segno sul candidato sindaco e un altro su una lista non collegata. L’elettore può inoltre indicare due preferenze, ma di genere diverso: se non rispetta l’alternanza di genere, la seconda preferenza viene cancellata. 

In Sicilia e Sardegna, regioni a statuto speciale, il voto amministrativo è fissato per il 10 e 11 ottobre e i ballottaggi per il 24 e 25 di ottobre. Il comune di Ayas in Valle d’Aosta vota il 19 e 20 settembre. In Trentino Alto Adige alle urne si va il 10 ottobre e il ballottaggio, se ci sarà, sarà il 24 ottobre. 

Perché un sindaco sia eletto al primo turno occorre che raggiunga il 50% più uno dei consensi, se no si va allo spareggio tra i due più votati. Regola che vale per le città con oltre 15 mila abitanti. Per gli altri Comuni vince il sindaco che ottiene un solo voto in più. 

Alcuni Comuni si stanno attrezzando per istituire seggi fuori dagli edifici scolastici.  Tra le curiosità il Comune più piccolo in cui si vota è Monterone, in provincia di Lecco,  con 30 abitanti. Per la prima volta al voto in Sicilia, quindi il 10  e 11 ottobre, Misiliscemi in provincia di Trapani che è stato appena istituito Comune autonomo con la fusione di otto frazioni che si sono staccate da Trapani. Con le tornate nelle regioni a statuto speciale le amministrazioni comunali che si rinnovano sono 1.349. 

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