Eitan, parla lo zio paterno: “Mia moglie Aya è già in Israele”. E c’è un terzo indagato: è l’israeliano che guidò l’auto del rapimento

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“Vi confermo che mia moglie Aya è già in Israele”: è quanto ha detto Or Nirko, zio paterno di Eitan, unico sopravvissuto nella strage del Mottarone, in un messaggio inviato ai giornalisti che sono davanti alla sua abitazione a Travacò Siccomario, in provincia di Pavia. E’ probabile che Aya sia partita già ieri sera per Israele.

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di

Paolo Berizzi

18 Settembre 2021

“Obiettivo” della signora Biran-Birko è “di riportare Eitan a casa

“Obiettivo” della signora Biran-Birko è “di riportare Eitan a casa sua in modo pacifico e senza ritardi”. Lo ha detto in Israele il portavoce Eytan Har-Or confermando l’arrivo della affidataria della tutela del piccolo sopravvissuto alla tragedia del Mottarone. La signora – ha aggiunto – è “accompagnata da funzionari diplomatici”. Aya Biran-Birko dovrà ora entrare in quarantena.

Secondo l’edizione online del quotidiano Maariv, la donna sarebbe “turbata dalle notizie sulle sue condizioni psicologiche”. Il piccolo Eitan, l’unico sopravvissuto alla tragedia del Mattarone, una settimana fa e’ stata portato di nascosto in Israele dal nonno materno Shmuel Peleg, impegnato in una battaglia legale per la sua custodia con Aya Biran, nominata custode del piccolo dalla giustizia italiana.

Terzo indagato: è l’uomo alla guida dell’auto

C’è una terza persona indagata per sequestro di persona aggravata per il rapimento del piccolo Eitan: oltre al nonno e alla nonna, ora c’è anche un 56enne israeliano che era alla guida dell’auto su cui viaggiavano Shmuel Peleg e il bambino per raggiungere la Svizzera.

Nonno, nipote e autista erano stati fermati per un controllo e poi identificati dalla polizia svizzera, nei pressi dell’aeroporto di Lugano, dove Peleg ed Eitan – unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone – sono saliti su un volo privato con destinazione Israele, dove si trovano attualmente. Secondo Il Corriere il terzo indagato potrebbe essere la stessa persona che il giorno prima aveva affittato l’auto, una Golf blu, a Malpensa.

Il comunicato integrale del portavoce della famiglia Biran in Israele

“La dottoressa Aya Biran-Nirko, tutrice legale del bambino Eitan Biran, è arrivata poco fa in Israele e sta ora completando il sui obblighi di isolamento per il Covid. E’ arrivata in Israele accompagnata da autorità diplomatiche, in seguito al seguito del sequestro illegale di Eitan per il quale è stata aperta un’inchiesta penale in Italia per sospetto di rapimento aggravato, e ai fini di un procedimento giudiziario, compresa l’indagine penale contro i suoi sequestratori in Israele.

La dottoressa Aya Biran è turbata dalle notizie sulla condizione psicologica e mentale di Eitan e da ciò che gli è stato fatto dai suoi rapitori nel tempo che si trova con loro. La casa di Eitan, infatti, è in Italia.  L’obiettivo della dottoressa Aya Biran è quello di riportare Eitan a casa, serenamente e senza indugi, in modo che possa continuare gli studi di prima elementare, iniziati circa una settimana prima del rapimento e per i quali si preparava da molto, così come gli altri trattamenti di riabilitazione e trattamenti di supporto mentale che erano in corso, interrotti a causa del rapimento.

Gli zii, i nonni del defunto Amit, le sue cugine – che per Eitan sono come sorelle – i suoi compagni di classe, il personale terapeutico e riabilitativo e l’intera comunità ebraica – tutti attendono con impazienza il ritorno del piccolo Eitan alla sua vita di routine e stabilità, così importante per lui dopo la tragedia.

La famiglia Biran-Nirko chiede ai media di non pubblicare a viso scoperto le foto del minore Eitan, per il bene della sua dignità e privacy”.

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