Lega, la No Vax Donato: “Lascio il partito: ormai qui comanda Giorgetti”

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Lady No Vax saluta e se ne va. Alzando il velo sul ribaltamento degli equilibri che in questi giorni sta agitando la Lega, dietro i rattoppati paraventi posti dai big. L’europarlamentare Francesca Donato lascia il Carroccio un minuto prima aver detto che la sua linea critica nei confronti dei provvedimenti del governo, “pur condivisa da larga parte della base è diventata minoritaria: prevale la posizione dei ministri, con Giorgetti, e dei governatori. Io non mi trovo più a mio agio e tolgo tutti dall’imbarazzo”.

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di

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Lei è sempre stata una delle parlamentari della Lega più aggressive (per usare un eufemismo) sul Green Pass. Perché abbandona il partito?
“Ho fatto una riflessione lunga e sofferta. Io credo nella libertà individuale e nel principio di autodeterminazione delle scelte sulla salute. Principi inderogabili che questo governo sta violando. Non posso più stare in un partito che sostiene l’esecutivo Draghi”.

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Matteo Pucciarelli

18 Settembre 2021

Ma in questi mesi ha parlato con Salvini del suo disagio?
“Puntualmente. Sa, il segretario si trova in una posizione delicata. Rappresenta un partito con diverse anime, ma c’è una prevalenza della linea dei presidenti di Regione e dei ministri, capeggiati da Giorgetti, a favore delle scelte del governo Draghi. Il segretario ha cercato di dare forza a quanti come me giudicano che le decisioni sul Green Pass siano sproporzionate e inadeguate. Salvini ha dovuto mediare, ma a un certo punto si è fermato, non giudico il suo lavoro”.

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Sta dicendo che il leader è finito in minoranza?
“Beh, almeno all’interno della segreteria del partito pare che sia così”.

Vede una scalata interna dell’ala “governativa” cui faceva riferimento prima?
“Diciamo che l’impressione che hanno molti commentatori ha un fondamento”.

Secondo lei è stato un errore entrare nel governo Draghi?
“Poteva anche essere una scelta sostenibile, se fossero state poste delle condizioni chiare per la nostra permanenza nell’esecutivo. Ma non sono state poste. E molte scelte del governo e del suo presidente non sono state condivise dalla base elettorale”

Convinta di potere parlare a nome della base elettorale?
“Guardi, una componente della nostra base si fida del partito senza se e senza ma, c’è magari chi ritiene pure corretto il percorso intrapreso ma una grossa fetta di persone non apprezza affatto questa Lega di lotta che si adegua al governo. Non so se questa fetta è una minoranza o magari raggiunge la metà di iscritti, militanti e simpatizzanti: quel che è certo è che è mancato il confronto”.

Crede che si arriverà a una scissione?
“Non pensate che le voci contrarie alla linea pro-governo, fra gli eletti, siano sono quelle di Borghi, Bagnai o Siri. C’è un forte dissenso interno che, laddove non sarà composto, non potrà che emergere: potrà verificarsi pure una scissione. Intanto arrivano le amministrative: se non andrà bene, per la Lega, nessuno potrà dire che il problema erano i no Vax. Anzi, i governatori del Nord dovrebbero fare una riflessione in quel caso”.

Che farà, adesso, onorevole?
“Lascio la Lega ma resto nel gruppo di Identità e democrazia, ho contatti con altre delegazioni straniere contrarie al Green Pass. Intendo restare indipendente, finché c’è l’emergenza Covid, poi vedremo. Fdi? Va riconosciuto a Giorgia Meloni di aver mostrato coraggio e lungimiranza non entrando al governo…”.

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