Covid, Trizzino e i virologi in tv: “Devono essere autorizzati, serve un freno: sono ovunque. Così si creano danni ai cittadini”

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“Ero consapevole di scatenare una reazione così scomposta di molti professionisti, miei colleghi”. Lo ammette senza problemi, il deputato Giorgio Trizzino, ex 5S, passato al Gruppo misto a marzo scorso. Politico ma anche medico: igienista ex direttore sanitario dell’ospedale Civico di Palermo e di quello pediatrico. È suo l’odg della discordia al Dl Green Pass bis, accolto dal governo, che chiede che virologi, immunologi, infettivologi in tv, alla radio o intervistati dai giornali parlino solo se autorizzati dalla struttura di appartenenza. Gli scienziati sono su tutte le furie: da Matteo Bassetti, direttore della Clinica malattie infettive de Policlinico San Martino di Genova, che parla di “bavaglio ai medici e fascismo” a Massimo Galli, primario dell’ospedale Sacco di Milano, che definisce l’iniziativa “grottesca”. “Ormai sono ovunque, in qualsiasi trasmissione tv, sui giornali. Bisogna mettere un freno a questo show”, spiega Trizzino. Che vuole lanciare anche un appello ai suoi colleghi: “Troviamo insieme una soluzione: deve esserci un monitoraggio e una selezione da parte delle strutture sanitarie pubbliche e private per parlare in tv ai cittadini. Sennò il primo topo di laboratorio che fino a quache anno fa era chiuso in una stanza ora si sente libero di dire qualsiasi cosa facendo anche danni enormi”.

Onorevole Trizzino, parliamo appunto di danni. Lei ha parlato di “uno strombazzamento mediatico costruito spesso per la ricerca della ribalta e della notorietà responsabile di un numero imprecisato di vittime”. Cosa intende per vittime?
“Mi riferisco a tutte quelle persone che nell’incertezza della comunicazione ricevono messaggi grigi o opposti tra loro. Sono persone che hanno tratto conclusioni di difesa su argomenti che non conoscono e si sono affidati alle informazioni arrivate dalla televisione senza avere una base clinica. Questo ha comportato anche scelte di massima prudenza, come quella di rifiutare il vaccino contro il Covid, compresi i danni psicologici. Si danno troppe informazioni e molti continuano a non capire nulla”.

Troppi virologi, medici e professionisti liberi di parlare quindi?
“Certo, si è perso il controllo. È giusto porre un freno perché non hanno saputo dosare le loro presenze. Deve esserci un’autorizzazione per frequentare trasmissioni note o fare interviste perché parlano a un pubblico di non esperti e si creano dei danni. E invece sono ovunque, non si sono sottratti a nulla, gli manca solo di partecipare a ‘Ballando con le stelle’. Così ne viene meno la loro serietà e la compostezza”.

Le reazioni al suo odg non sono mancate. Per Bassetti “questo è fascismo, significa mettere il bavaglio a medici e professori universitari”. Come risponde?
“Darmi del fascista è incredibile. Io rispondo che in uno Stato libero deve essere libera anche la comunicazione, ci mancherebbe. Ma deve essere ponderata, deve servire ai cittadini che invece sono stati danneggiati. La scienza deve avere riserbo e lavorare all’interno dei propri contesti. Davvero mi stupisco dei miei colleghi”.

Però è anche vero che stiamo affrontando una pandemia. Il virus all’inizio era sconosicuto, ora si discute sui vaccini. Bisogna dare informazione ai cittadini anche coinvolgendo esperti.
“Sì, ma esistono organismi e figure istituzionali preposte alla comunicazione. Mi riferisco al ministro della Salute, l’Aifa, il Cts e l’Istituto superiore della sanità. Non si può andare a ruota libera, sennò il primo virologo chiuso in un laboratorio fino a poco fa adesso è ovunque sulla scena televisiva. Non sono per il bavaglio, non è questo il senso della mia proposta ma per una presenza selezionata e concordata degli scienziati”.

Bassetti ha parlato di una proposta di legge per i politici che vanno a parlare in televisione di Covid e medicina senza saperne niente. E Pregliasco lancia la Carta che valga anche per politici, giornalisti, avvocati, esperti e che contenga modalità e principi per la divulgazione di notizie scientifiche. Cosa ne pensa?
“Sarò il primo a sottoscriverle entrambe. E oltre ai politici aggiungerei anche filosofi, scrittori e magistrati. Lancio un appello: troviamoci d’accordo per informare i cittadini al meglio. Inventiamoci qualcosa, troviamo una governance, che regoli l’informazione sana”.

Salvini: “Le varianti come reazione al vaccino”. La replica degli esperti: “Ognuno parli di quello che sa”

di

Valeria Pini

10 Settembre 2021


Anche Salvini si era schierato contro i troppi virologi in tv.
“Io sto motivando la mia posizione con argomentazioni valide, non so Salvini su cosa l’abbia basata invece. Io faccio critiche per trovare una soluzione, con il supporto degli esperti”.

Lei è a favore del Green Pass obbligatorio?
“Assolutamente, credo che debba essere esteso il più possibile. Non sono d’accordo invece con l’obbligo vaccinale per il Covid”.

E delle proteste e prese di posizione dei No-Vax?
“Io sono stato direttore sanitario di due ospedali, mi sono speso tantissimo per i vaccini obbligatori per i bambini quando Lorenzin era ministra della Salute. E ho pagato prezzi altissimi per questo, le mie posizioni sono state considerate fuori luogo e sono stato ‘criticato’ anche da dirigenti del M5S di cui facevo parte fino a qualche mese fa. Già in quel momento, dovevo capire che qualcosa non andava”.

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