Tridico: “2 milioni di lavoratori pagati 6 euro all’ora”. Prodi: “Serve unità sindacale”

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BOLOGNA – “Oggi sono oltre 2 milioni i lavoratori che lavorano a 6 euro all’ora lordi. Ci sono riders che corrono e fanno incidenti anche mortali e guadagnano 4 euro all’ora. Questo non è tollerabile. Non è tollerabile in un’economia avanzata”. Gela la platea il presidente dell’Inps Pasquale Tridico intervenendo a ‘Futura’, la tre giorni organizzata dalla Cgil a Bologna alla quale in mattinata è intervento Romano Prodi.

I dati sui guadagni miseri riferiti dal capo dell’Inps sono impietosi. “L’idea di introdurre un salario minimo non è contro il sindacato – spiega Tridico – anzi è completamente integrato. Io sono consapevole della necessità nel nostro paese di una legge sulla rappresentanza e sul fatto che la contrattazione a quel punto debba valere erga omnes. Al di sotto di un certo livello, però, lo Stato dice ‘non si può lavorare, non è dignitoso lavorare”.

Le donne e i giovani ne fanno maggiormente le spese, il covid ha peggiorato la loro condizione. “Il salario minimo per i giovani è determinante, così come anche per le donne perchè le vittime di salari bassi sono principalmente loro – continua Tridico – Nella carriera lavorativa della donna, la donna con figlio rinuncia a 5 mila euro in media di stipendio rispetto a una donna che non ha avuto figli. Il gap salario nei confronti del lavoratore maschio è crescente e durante la pandemia i primi a perdere lavoro sono stati giovani e donne”.

Tra le proposte avanzate, Tridico indica per i giovani il riscatto gratuito della laurea e la pensione di garanzia. “Entrano spesso nel mercato del lavoro tardi – osserva – oltre che con bassi salari, perché studiano e meno male. E questo deve essere incentivato: allora permettiamo il riscatto gratuito della laurea per fini pensionistici”.

In mattinata Romano Prodi si è confrontato con il leader Cgil Maurizio Landini sul palco di “Futura” insistendo per l’unità del sindacato, che rafforzi la voce dei lavoratori di fronte alle multinazionali, perché altrimenti “le imprese giocano sul mondo e i sindacati giocano in parrocchia”. Una unità fondamentale anche nel piano per la rinascita del Paese di Mario Draghi: “L’unità sindacale è indispensabile anche per riorganizzare il Paese. Anche per quel che riguarda il Patto per il Paese… Se questo viene affrontato in modo frammentato, escludendo un po’ i partiti, un po’ i sindacati, non avremo mai la la sintesi che occorre fare adesso”.

Impegnato in questi giorni nella promozione del suo libro “Strana vita, la mia”, l’ex premier fa una “sorpresa” in casa Cgil, dove il suo intervento non era in programma. “Vogliamo ragionare su un nuovo progetto di Paese a partire da tre parole chiave: inclusione, partecipazione e rappresentanza” ha esordito Landini, che ieri con Enrico Letta, Elly Schlein e Giuseppe Conte ha ragionato sul piano della rinascita lanciato da Mario Draghi. Un piano che deve coinvolgere le forze sociali in cui devono essere inseriti salario minimo e parità di genere.

Draghi e il patto per la crescita, Landini: “Basta contratti pirata”. Letta: “Aprire confronto su salario minimo”

di

Marco Bettazzi

24 Settembre 2021

“Partecipazione, inclusione e rappresentanza: sono tre parole che oggi sono messe in crisi” dice Prodi che sottolinea come i sindacati fatichino oggi in una economia mondializzata: “È un problena perché la democrazia funziona solo con i quadri intermedi. E c’è una asimmetria tra imprese internazionali e sindacati nazionali”.

“Bisogna che sindacati e partiti rafforzino la loro struttura, perché non c’è democrazia senza sindacati e partiti. Siamo già entrati in una fase di “ritiro” della democrazia. Senza il sindacato diventa una democrazia astratta”. Landini insiste sulla necessità di una legge per la rappresentanza, che ampli gli spazi di partecipazione nelle fabbriche e che apra il confronto anche al modello di produzione. “Mi ha impressionato come nel tempo il sindacato abbia perso di riferimento – riflette Prodi – perché non è riuscito a tenere in sè lo spezzettamento, la frammentazione del mercato lavoro. Bisogna riportare a unità la frammentazione della società. Ricordiamoci che le società autoritarie unificano dall’alto società frammentate e rendono possibili cambiamenti enormi”.

Prodi ribadisce: “L’unità sindacale è indispensabile anche per riorganizzare il Paese. Anche per quel che riguarda il Patto per il Paese… Se questo viene affrontato in modo frammentato, escludendo un po’ i partiti, un po’ i sindacati, non avremo mai la la sintesi che occorre fare adesso. Senza un sindacato forte, unito, chi rappresenta alla politica la complessità del mondo del lavoro di oggi?”.

L’ex premier insiste sul tema dei rapporti con le multinazionali, dopo i licenziamenti a Gkn e non solo: “Nelle controversie di oggi c’è proprio questa asimmetria – continua – da una parte c’è un giocatore che gioca sul campo mondiale, dall’altra un sindacato che difende solo le aziende del territorio. Le imprese giocano sul mondo, e il sindacato in parrocchia”.

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