Juventus-Sampdoria 3-2: i bianconeri si sbloccano anche in casa. Dybala, gol e infortunio

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TORINO – Un altro 3-2 per la Juve dopo quello di La Spezia, ma soprattutto le lacrime di Dybala: è il pianto dell’argentino, di nuovo infortunato alla coscia sinistra, ad agitare la prima domenica juventina che avrebbe potuto essere felice e che invece è sovrastata dalla preoccupazione, aumentata dopo la partita perché anche Morata si è fermato per un problema muscolare: entrambi salteranno il Chelsea mercoledì e il derby sabato.

<< La cronaca della partita >>

Dieci minuti di spettacolo e poi il crac

Il guaio è capitato dopo ventidue minuti in cui Dybala aveva deciso la partita, come giocarla, quale tono e quale colore darle. Messa da parte una simulazione in area dopo 2′, il numero 10 ha sbloccato la partita e se stesso con un chirurgico sinistro dal limite, dopo un batti e ribatti alimentato da un cross di Alex Sandro e un breve tocco smarcante di Locatelli. Da lì in avanti, la Juve ha arabescato dieci minuti di calcio di alto livello organizzato attorno alle invenzioni della Joya, che ha mandato in porta prima Chiesa e poi per due volte Morata (bravissimo Audero in uscita bassa sulla prima), entrambi poco freddi al momento buono: sono stati dieci minuti di spettacolo e soprattutto di promesse, una specie di trailer del calcio che la Juve potrebbe fare, se attorno allo stato di grazia del suo talento mancino organizzasse una squadra in grado di stargli all’altezza.

Al 22′ il dolore alla coscia e il pianto in diretta

Ma al 22′, sullo Stadium si è posata una cappa di piombo. Dopo un movimento all’apparenza innocuo, Dybala si è bloccato di colpo, si è sfilato la fascia di capitano (la prenderà Bonucci) e ha lasciato il campo in preda al pianto, con il pubblico diviso tra applausi d’incoraggiamento e silenzio di disperazione e molti compagni che gli si avvicinavano per fargli coraggio. Il punto è che Dybala dev’essersi reso conto subito che il suo problema sarà serio: a dargli dolore è stata la coscia sinistra, la stessa giù lesionata nell’agosto del 2020 a cavallo nell’ottavo di Champions con il Lione (si era fatto male qualche giorno prima, guarda caso contro la Samp, e avrà una pesante ricaduta contro i francesi, dopo essere entrato in campo per l’assalto finale) e che gli ha ridato noie nel luglio scorso. In pratica, è il suo tallone d’Achille. Un anno fa, restò fuori per 50 giorni.

Kulusevski vice Dybala

Al posto di Dybala è entrato Kulusevski, indicato da Allegri proprio alla vigilia come sostituto dell’argentino, e sulla Juve è sceso il buio, certo non per colpa dello svedese ma del contraccolpo psicologico che il pianto di Dybala, più ancora del suo infortunio, deve aver provocato. La brillantezza dei primi minuti è scomparsa di colpo, le palle agli attaccanti si sono rarefatte e la partita si è come spenta, ravvivandosi solo per un episodio fuori contesto, cioè il fallo di mano di Murru su una conclusione di Chiesa che ha provocato il rigore segnato da Bonucci.

Yoshida rimette in gioco la Samp

Ma la Juve non ha avuto il tempo di bearsi della tranquillità: alla ripresa del gioco, un cross di Candreva dopo un corner da sinistra ha pescato la testa di Yoshida, libero in area. La marcatura del giapponese spettava ad Alex Sandro.

Locatelli nuovo leader e anche goleador

Nella ripresa, in ogni caso, la Juve ha dato segni di risveglio. Kulusevski è finalmente entrato nel gioco, al cui centro si è messo Locatelli, al tempo stesso autorevole e creativo. E’ leggermente cresciuta anche la Samp dopo quell’abbrivio troppo arrendevole, soprattutto dopo i cambi con cui D’Aversa ha rinnegato il disastroso turnover iniziale. Però la Juve ha avuto il merito di prendere in mano la situazione e di assestare subito il colpo del ko con lo stesso Locatelli, che ha chiuso con destro sotto misura un’azione che lui stesso aveva avviato con un delizioso tocco sotto per smarcare Chiesa. L’assist sarà di Kulusevski, a sua volta messo in moto da un passaggia sballato di Colley in un’uscita dall’area.

Il 5-3-2 di Allegri

La Juve a quel punto ha gestito il risultato a corrente alternata, senza correre troppo rischi ma nemmeno senza dare una assoluta sensazione di sicurezza, difatti a metà tempo Allegri ha blindato la squadra con il 5-3-2, inserendo Chiellini in difesa e Ramsey a centrocampo, escludendo i due esterni difensivi e avanzando quelli difensivi. La mossa non è bastata per impedire che la Samp si riavvicinasse grazie al gol segnato da Candreva in un’area di difensori imbambolati, anche se l’azione era nata a centrocampo da un pallone regalato da Cuadrado ad Adrien Silva, il quale ha poi fornito l’assist decisivo dopo aver scambiato con Damsgaard.

I brividi dopo il gol di Candreva

C’è stato ancora lo spazio per 10′ di brividi, ma alla Juve ha incassato la seconda vittoria consecutiva, entrambe per 3-2, e la prima in casa. Ma è la coscia di Dybala a tormentare i pensieri bianconeri.

Juventus-Sampdoria 3-2 (2-1)
JUVENTUS
(4-4-2): Perin, Cuadrado, Bonucci, De Ligt, Alex Sandro, Bernardeschi (25′ st Ramsey), Bentancur (37′ st McKennie), Locatelli, Chiesa (25′ st Chiellini), Dybala (21′ pt Kulusevski), Morata (37′ st Kean) (1 Szczesny, 23 Pinsoglio, 2 De Sciglio, 6 Danilo, 17 Pellegrini, 24 Rugani). All. Allegri.
SAMPDORIA (4-4-2): Audero, Bereszynski, Yoshida, Colley, Murru (14′ st Augello), Depaoli (14′ st Damsgaard), Thorsby (42′ st Askildsen), Ekdal (14′ st Silva), Candreva, Caputo (25′ st Torregrossa), Quagliarella (30 Ravaglia, 33 Falcone, 4 Chabot 11 Ciervo, 19 Dragusin, 25 Ferrari, 70 Trimboli). All. D’Aversa.
Arbitro: Ayroldi di Molfetta.
Reti: nel pt 10′ Dybala, 43′ rig. Bonucci, 44′ Yoshida; nel st 12′ Locatelli, 38′ Candreva.
Angoli: 4-2 per la Juventus.
Recupero: 2′ e 4′.
Ammoniti: Thorsby, Murru, Ekdal, Bentancur, Cuadrado, Bonucci e Kean per gioco falloso.
Spettatori: 15.381.

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