Comunali, la mappa del patto Pd-M5S: ai ballottaggi alleanze possibili quasi ovunque

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Un gigantesco foglio Excell diviso in tre parti: è la mappa della sacra alleanza M5S-Pd alle amministrative che domenica e lunedì chiameranno alle urne 12 milioni di italiani. Il documento-chiave per misurare ambizioni e speranze riposte da Enrico Letta e Giuseppe Conte in una vasta coalizione di matrice progressista, anche in vista delle politiche.

Riporta, capoluogo per capoluogo, comune per comune (sopra i 15mila abitanti), tutti i centri urbani dove il patto giallorosso è stato riprodotto fin dal primo turno – 34, quasi un terzo del totale – e quelli dove invece ciascuno fa partita a sé, all’incirca una sessantina (58 per la precisione), ma si punta a chiudere un accordo al ballottaggio. Non solo Torino, Roma e Trieste, anche Novara, Savona, Rimini, Latina, Salerno, Caserta, Cosenza e Carbonia. Mentre la terza colonna è riservata a 26 municipi, da Domodossola a Gallarate, in cui i grillini non sono riusciti a presentare una propria lista e tuttavia appoggiano il centrosinistra quasi ovunque. “In questo caso dovremo vincere pure per loro”, sorride Francesco Boccia, responsabile dem Enti Locali e gran tessitore delle intese nelle città.

Amministrative

Ballottaggi, l’alleanza giallo-rossa torna al centro della campagna elettorale. Si punta su Milano e Torino

di

Gabriele Bartoloni

26 Settembre 2021

In ossequio a un tacito patto, fino al 4 ottobre ogni fuga in avanti va evitata. Tant’è che quando nel weekend il ministro D’Incà si è spinto a prevedere che “laddove non siamo alleati, possiamo tornare insieme ai ballottaggi”, Conte lo ha stoppato con una qualche ruvidezza. Preoccupato, anche per via di certi equilibri interni, di non danneggiare la corsa di Virginia Raggi a Roma e di Valentina Sganga a Torino, le due sfide che a lungo hanno rischiato di far saltare il quadro generale. Il precedente utilizzato da diversi territori per sottrarsi ad accordi locali viceversa caldeggiate a livello nazionale. “La verità è che loro sono partiti in ritardo”, argomenta Boccia, “quando Conte si è insediato alla guida del Movimento e ha preso in mano il dossier elezioni, alcune realtà si erano già organizzate e non è stato possibile costruire un percorso comune. Specie laddove si stava l’uno all’opposizione dell’altro: si erano accumulate troppe scorie”. Ogni riferimento alle due capitali, d’Italia e del Regno, non è casuale. “Mi pare però che le parole di D’Incà indichino una rotta piuttosto chiara”, aggiunge il deputato pugliese.

Alleanza Pd-5S. Il ministro D’Incà: “Dove siamo divisi potremmo tornare insieme ai ballottaggi”. Letta: “Cosa saggia”. Ma Conte frena

25 Settembre 2021

Dopo il primo turno lo spartito è pertanto destinato a cambiare. Sul punto il segretario del Pd è fiducioso: “Insieme ai Cinquestelle possiamo vincere ovunque”, ha confidato Letta al suo entourage. Avendo peraltro il capo politico dei grillini un interesse personale a siglare un accordo più ampio, con epicentro Roma: se Roberto Gualtieri diventasse sindaco, Conte potrebbe infatti aspirare al seggio blindato del centro storico lasciato vacante dall’ex ministro dell’Economia. Un matrimonio ora auspicato pure dalla corrente demo storicamente più refrattaria: “Alle comunali c’è il doppio turno, quindi al ballottaggio ci sarà la possibilità di realizzare le convergenze che non si sono riuscite a chiudere subito”, spiegava l’altra sera il ministro della Difesa Lorenzo Guerini nel suo tour elettorale in Calabria.

“Con questa tornata elettorale inizia un viaggio che ci porterà a strutturare la coalizione di centrosinistra in vista delle politiche del 2023”, è convinto Boccia, che da mesi tiene i rapporti con tutte le anime del mondo stellato, Di Maio compreso, tastandone umori e intenzioni. “Un test importante perché abbraccia l’Italia intera, al quale noi ci presentiamo uniti in un terzo delle città sopra i 15mila abitanti, con la possibilità di raggiungere il 60-70% ai ballottaggi”. Significative, in tal senso l’intesa di Varese, dove l’uscente del Pd Davide Galimberti cerca la riconferma contro il leghista di rito giorgettiano Matteo Bianchi; o quella di Ravenna, dove il sindaco Michele De Pascale appoggiato dai 5S dovrà respingere l’assalto di Filippo Donati, candidato di Lega e Fdi. “E insieme gareggiamo pure in circa la metà dei piccoli comuni, quelli sotto i 15mila abitanti”, insiste Boccia. Che punta a rimarcare soprattutto un dato: “A questo giro non esiste un solo comune d’Italia in cui il M5S è alleato con la destra: o vanno da soli o sono alleati con noi. È cioè la prima volta che alle amministrative decidono di correre in coalizione e lo hanno fatto con il Pd, qualcosa vorrà dire, no?”.

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