Elezioni in Germania: Spd chiude al 25,7%, in netto vantaggio sul Cdu (24,1%). Poche chance per Laschet di ereditare la poltrona di Angela Merkel

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Nella notte è cresciuta la distanza tra Spd e Cdu/Csu: i socialdemocratici sono saliti al 25,7%, i conservatori si sono fermati al 24,1%. Non è un dettaglio, dopo che i due favoriti per il dopo-Merkel, Olaf Scholz e Armin Laschet, si erano presentati reclamando entrambi la possibilità di diventare cancellieri. Tanto che la presidente della Spd, Saskia Esken, ha commentato ad un certo punto di essere “sorpresa” che Laschet possa pensare di ereditare lo scettro di Angela Merkel. Se la distanza continuerà ad aumentare, saliranno ovviamente le chance per il leader socialdemocratico di essere l’unico candidato che potrà plausibilmente formare un nuovo governo.

Elezioni tedesche, parte il risiko per il governo. Duello tra Scholz e Laschet per sedurre Verdi e liberali

dalla nostra corrispondente

Tonia Mastrobuoni

26 Settembre 2021

Se Laschet ha annunciato che tenterà comunque di mettere insieme un’alleanza alternativa è anche per motivi interni. Gli alleati bavaresi della Csu avevano avvertito fino a poche ore prima della chiusura delle urne che un secondo posto sarebbe stato intollerabile. Che se fossero finiti dietro Scholz, i conservatori sarebbero dovuti andare subito all’opposizione. Il calcolo tattico di Markus Soeder era che tra quattro anni sarà lui a volersi candidare come candidato della Cdu/Csu: con Laschet cancelliere sarebbe un’eventualità meno realistica. 

La quasi sparizione della Linke, tuttavia, e l’annullamento della possibilità di un governo rosso-rosso-verde ha fatto cambiare idea ai bavaresi: l’ex ministro Alexander Dobrindt ha detto in serata che “diverse coalizioni sono possibili, ora”. E sulle prime, quando i conservatori tallonavano da vicino i socialdemocratici, era ancora possibile immaginare negoziati paralleli di Laschet e Scholz con Liberali e Verdi. Ma tutto dipenderà dalla distanza tra i due a spoglio concluso. Se sarà troppo grande, Laschet non soltanto dovrà rinunciare a diventare cancelliere. Ma è quasi certo il suo passo indietro come leader della Cdu. A quel punto, nel partito si riaprirà il dramma della leadership che ha già dilaniato i conservatori negli ultimi tre anni. 

Intanto è stato il giornalista dello Zdf Peter Frey a fare la domanda più fulminante a Scholz: “Come cancelliere di una coalizione ‘semaforo’ con Verdi e Liberali, sarebbe un cuoco debole con due camerieri forti?”. Il ministro delle Finanze ha risposto con una frase di circostanza, ma è chiaro che Annalena Baerbock e Christian Lindner saranno le figure chiave per capire in che direzione andrà la Germania. Tanto che Lindner, che ha esultato per “uno dei migliori risultati della storia della Fdp”, ossia l’11,5%, ha già annunciato che prima ancora di parlare con il candidato cancelliere, si consulterà con i Verdi. E Baerbock ha accettato. 

C’è infine il risultato dell’ultradestra Afd che impensierisce. Certo, ha perso oltre due punti rispetto al 2017, ma con il 10,4% incassato al livello federale, resta una forza politica radicata in Germania – “siamo qui per rimanere” aveva dichiarato già giorni fa il leader Tino Chrupalla – e lo resta soprattutto a Est. In Sassonia e Turingia l’Afd è diventata il primo partito, con rispettivamente il 24,6 e il 24%. E non è una buona notizia per i vertici moderati: Alice Weidel ha espresso in serata il desiderio di continuare a fare la capogruppo: “l’ho fatto con grande successo”. Ma secondo molti, il putsch dell’ala radicale, capitanata proprio dal leader in Turingia Bjoern Hoecke, incombe.

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