Letta: “La lezione tedesca: dalla crisi si esce a sinistra .Anche in Italia si può vincere”

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“Ora abbiamo la prove che ho sempre pensato e che è una delle ragioni fondamentali che mi hanno spinto a tornare e assumere la guida del Partito democratico: dalla pandemia si esce a sinistra”. Enrico Letta, dopo una giornata di comizi e incontri nel collegio di Siena dove è candidato alle suppletiove per la Camera dei deputati, ha accolto i primi dati dello spoglio tedesco con grande soddisfazione. “Si tratta – spiega a Repubblica – di un risultato clamoroso, e di una conferma molto importante dal punto di vista culturale. Hanno prevalso i valori di solidarietà, i diritti del lavoro, l’attenzione al sociale e alla riduzione delle diseguaglianze

Segretario Letta, lo scrutinio sta resituendo però un quadro ancora incerto. Scholz chiede per sé il ruolo di cancelliere ma il distacco dalla Cdu è contenuto, e Laschet chiede altrettanto. Sicuro si tratti di una vittoria così chiara?
“Il cancelliere sarà Scholz, non ho alcun dubbio su questo. E lo sarà perché è stato capace di strappare alla Cdu l’eredità positiva dell’era Merkel”.

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Quale eredità?
“Negli ultimi cinque, oltre alla efficiente gestione della lotta alla pandemia, Merkel ha dimostrato la capacità di rimettere la Germania al centro di uno sipirito europeista forte, lo stesso che è alla base del Next generation Eu. Scholz è stato bravo a rivendicare una continuità con questi aspetti e a presentarsi come il vero erede di Merkel. La Cdu, invece, paga la sua svolta a destra con una sconfitta drammatica e il minimo storico dei consensi”.

La Spd, come molti altri grandi partiti socialisti e progressisti, era praticamente data per finita anxcora fino a pochi mesi fa. Erano sbagliate le previsioni o è stato bravo Scholz a rimetterla in partita?
“Scholz è stato molto sottovalutato. Ma nella politica europea ha avuto un ruolo decisivo, perché la linea tedesca è cambiata quando la gestione delle Finanze nel governo tedesco è passata da Schauble a lui. L’ho incontrato a fine giugno, in quel momento i sondaggi davano la Spd terzo partito, con la Cdu al primo e i Verdi al secondo. Mi disse che era certo che aveva impostato bene la campagna e sarebbe arrivato in testa. Rimasi molto colpito dalla sua determinazione, parlava già da cancelliere”.

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Con questi risultati, però, la formazione di una maggioranza di govenro sarà un’impresa complicata.
“Dal voto tedesco esce un Parlamento all’italiana, una frammentazione che potrebbe portare a trattative di mesi prima di arrivare alla formazione del governo. Dalle urne la Germania esce più fragile. Uno scenario nuovo anche a livello europeo, che apre prospettive ineteressanti per l’Italia nella costruzione dei nuovi equilibri”.

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Per gli obiettivi di Scholz meglio allearsi con i cristiano-democratici in una nuova Grande colaizione che imbarcare i falchi Liberali?
“Dal punto di vista degli interessi italiani, non c’è dubbio che sia bene che i Liberali non ci siano”.

Nel programma di Scholz ci sono aumento del salario minimo, patrimoniale e un provvedimento simile al reddito di cittadinanza. In Italia qualcuno, probabilmente anche nel Pd, lo definerebbe bolscevico.
“Bisogno essere netti nelle scelte che facciamo, solo così si riesce a essere credibili. Il mio impegno è fare come Scholz: progressisti nei valori, radicali nei comportamenti e riformisti nel metodo”.

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Per il Pd l’aumento del salario minimo è un obiettivo già in questa legislatura?
“Mi augurodi sì. Ne discuteremo, ci confronteremo, ma si tratta di un punto qualificante nell’agenda di tutti i progressisti europei. Nel nostra programma ci saranno sicuramente riduzione della tasse sul lavoro ,salario di ingresso per i giovani, nuove protezione per i lavoratori”.

Se qualcuno le dicesse di fare come Scholz e intestarsi l’eredità del governo Draghi, la troverebbe un’analogia fondata?
“Ci sono grandi differenze tra la situazione tedesca e la nostra. Ma risponderei che il Pd è già il perno politico di questo governo e la garante dei suoi risultati”.

Spera che il risultato tedesco sia un traino anche il suo partito?
“Questo risultato rafforza il mio ottimismo e la convinzione che stiamo entrando in una fase completamente nuova. L’estrema volubilità dell’elettorato, confermata dall’oscillazione dei sondaggi in questi mesi, dimostra che la credibilità e la chiarezza della proposta pagano e che in Italia è totalmente falsa la narrazione di chi considera ineluttabile la vittoria di Salvini e Meloni”.

Le amministrative del 3 e 4 ottobre sono un test in questo senso?
“Me lo auguro. La sfida si gioca su diritti civili, questione sociale e sostenibilità ambientale, che sono tre facce della stessa medaglia e il Pd è l’unico che può tenerle insieme. Se la partita è giocata bene, il mio Pd può vincerla”.

Il voto in Germania è la resurrezione della socialdemocrazia europea troppo presta data per morta?
“Segna una grande ripartenza di tutti i progressisti e spazzia via un’altra falsa previsione, l’idea che in futuro la contesa sarebbe stata tra sovranisti e liberal-conservatori”

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