A Montecitorio la protesta dei Radicali: “Giù le mani dal referendum sulla cannabis”

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È iniziato alle 18, davanti a Montecitorio, il presidio “Giù le mani dal referendum” per chiedere che il consiglio dei ministri agisca contro le lungaggini burocratiche che stanno impedendo la consegna della quasi 600mila firme raccolte coi relativi certificati per il referendum sulla legalizzazione della cannabis. Una discriminazione che ha indotto 400 persone a iniziare, a mezzanotte di domenica scorsa, uno sciopero della fame. “Il referendum sulla cannabis è stato il primo a raccogliere tutte le firme necessarie online grazie allo Spid – spiega Antonella Soldo, portavoce della campagna #MeglioLegale per la legalizzazione della cannabis – chiediamo che il referendum sulla cannabis abbia la proroga al 31 ottobre che gli altri referendum hanno già ottenuto”. Marco Cappato, dei Radicali Italiani, definisce kafkiana la vicenda e annuncia un boicottaggio con gli strumenti della nonviolenza nel caso in cui il consiglio dei ministri previsto domani non elimini questa discriminazione rispetto agli altri quesiti referendari. “Stiamo proponendo una soluzione che metta fine a questa ferita”, afferma Emma Bonino, “Abbiamo sempre dovuto trascinarli con la gru nelle nostre battaglie per i diritti civili, dal divorzio in poi” accusa la storica esponente radicale

di Riccardo De Luca

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