Esclusivo / Luca Morisi, parla il ragazzo escort del festino: “Quella notte mi ha distrutto la vita, la droga dello stupro l’ho avuta da lui”

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BELFIORE (VERONA) – “Quella notte a casa di Luca Morisi mi ha distrutto la vita. Mi sono sentito male e sono fuggito. Con me ho prove, foto e chat che dimostrano che tutto ciò che vi dirò è la verità”. Parla P.R., il modello romeno di 20 anni, escort per necessità, che il 14 agosto scorso ha condotto i carabinieri nell’alloggio dell’ex guru social di Matteo Salvini mostrando loro dove era nascosta la cocaina. È in Romania adesso. Repubblica lo ha raggiunto, prima con dei messaggi su WhatsApp poi con una lunga videochiamata avvenuta intorno all’ora di pranzo di oggi.

Il racconto di P.R., che accetta di rispondere a patto di non rivelare per esteso la sua identità, a tratti è confuso (ad esempio quando ricostruisce l’arrivo dei militari della Compagnia di San Bonifiacio), ma è lucido e preciso nei dettagli. Denunciato a piede libero per detenzione di stupefacenti, come Morisi. Di quanto è accaduto tra il 13 e il 14 agosto nell’appartamento dell’ex spin doctor di Matteo Salvini è testimone oculare. “Sono incazzato per quello che sto leggendo sui giornali, le cose sono andate diversamente”.

L’aggancio con Morisi

Come vi siete conosciuti con Morisi?

“Un mio amico, che ha vent’anni, vive come me a Milano ed è romeno, è stato contattato da lui poco prima di Ferragosto”.

Come?

“Sul web. Entrambi abbiamo profili sia su Instagram sia su Grindr, i nostri numeri sono su alcuni siti di escort gay. Sinceramente non so quali canali abbia scelto per agganciarlo. So soltanto che il mio amico a un certo punto mi chiama e mi dice che questo Morisi ci vuole incontrare”.

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Avete pattuito una cifra?

“Sì, 4.000 euro, per andare da Milano a Belfiore e passare con lui una giornata. L’accordo tra noi era che ci saremmo divisi a metà il compenso. Prima di partire da Milano, il mio amico ha ricevuto da Morisi un bonifico di 2.500 euro. Di questi, me ne ha dati in contanti 500 perché aveva un debito da saldare avendo sulla mia partita Iva il contratto del suo telefono. Dopo il bonifico, andiamo a Belfiore. Il secondo bonifico non è mai arrivato”.

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La notte al cascinale

Cosa vi ha detto Morisi?

“Era molto gentile. Abbiamo trascorso con lui la serata, circa 12 ore insieme o forse qualcosa di più, non so dirlo con certezza”.

Possibile che non si ricordi quanto vi siete trattenuti?

“Di quella notte ho ricordi annebbiati, ho perso in parte la memoria per ciò che è successo…”.

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E cosa è successo? 

“All’inzio ci siamo divertiti tutti, e ci siamo drogati. La roba ce l’ha offerta Morisi. Non era la prima volta che lo facevo, ma non mi è mai capitato di sentirmi così male…ne ho consumata troppa, ero devastato, mi ha preso male e a un certo punto, non so dire dopo quanto tempo, volevo andare via. Ma gli altri due mi hanno detto di no…”.

A quel punto cosa ha fatto?

“Sono scappato! Mi hanno visto tutti, anche una signora col cane che abita lì vicino. Lo possono testimoniare i filmati delle telecamere di sorveglianza. Sono fuggito e ho chiamato col celluare i carabinieri”.

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La fuga e l’arrivo dei carabinieri

Perché? Stava subendo violenza?

“Assolutamente no, però non stavo bene. Ero terrorizzato ed alterato dalla roba e volevo andarmente. No so, mi è sembrato naturale chiamare i carabinieri”.

Morisi l’ha in qualche modo obbligata a consumare droga?

“No, nessuna costrizione”.

Dunque, lei è scappato. Per andare dove?

“Sono corso fuori, lì davanti al cascinale c’è un viale alberato, mi sono messo a correre lungo la strada. Prima il mio amico romeno e poi Morisi mi hanno seguito”.

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Come? A piedi o con la macchina?

“Mi sembra con la macchina, ma ammetto di non ricordare bene. Ho visto l’auto nera dei carabinieri che veniva incontro a me. I carabinieri si sono fermati: c’eravamo io, il mio amico e Morisi. Ho raccontato cosa era successo, ho detto che da Morisi avrebbero trovato della droga e che ero disposto ad accompagnarli lì. Gli ho anche mostrato la boccetta con il Ghb, la droga dello stupro”.

Dove la teneva?

“Mi ricordo che era nel cruscotto della macchina con cui siamo arrivati”.

E allora come fa a dire che era di Morisi?

“Io non l’avevo portata”.

Forse il suo amico?

“Non lo so. A me l’ha data Morisi e non so dire perché fosse finita in macchina”.

La perquisizione

Ha assistito alla perquisizione domiciliare?

“Certo. C’erano i piatti con la cocaina sopra. Sono stato io a indicare ai carabinieri la libreria al primo piano dove Morisi la teneva: lo sapevo perché durante la serata più volte era andato lì a prenderla”.

Alcuni vicini di casa hanno parlato di una quarta persona presente alla serata.

“No, eravamo solo in tre”.

Dopo la perquisizione che avete fatto?

“Ci hanno portato in caserma e i carabinieri mi hanno chiesto se volevo raccontare di nuovo tutto quanto, perché ero scappato, eccetera… Siccome ero confuso e siccome avevo realizzato che quel signore lì era un politico importante, ho avuto paura. Ho detto ai carabinieri di lasciare le cose come stavano. Volevo soltanto tornare a casa, ma è stato difficile perché fisicamente stavo male”.

Il ritorno in Romania

Tanto da andare in ospedale?

“Sì, più volte. In ospedali italiani. Ho i referti che lo provano (durante la video chiamata mostra un fascicolo di carte, che sbatte sul letto, ndr). Non sono nemmeno riuscito a prendere un aereo per tornare, mi sono dovuti venire a prendere i miei genitori per portarmi in Romania dove ho anche una figlia” (dal suo profilo social, però, risulta che nell’ultimo mese ha pubblicato foto da Dubai, ndr).

Come sta ora?

“Provo un grande senso di vergogna, per mia madre, per mia figlia, per tutti. Quando sono arrivato in Italia ero piccolo, ho studiato per fare il modello frequentando l’Accademia di Moda. Sono stato costretto a prostituirmi, per via della crisi dovuta al Covid. Avevo bisogno di guadagnare per l’affitto e le spese, ma era tutto chiuso, quindi ho cominiciato a mettere il mio numero di telefono su quei siti per farmi pagare”.

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Cosa farà adesso?

“Vorrei tornare in Italia, ma prima devo parlarne con la mia famiglia”.

Morisi si è più rifatto vivo con lei?

“Con me no, con l’altra persona non lo so”.

E con il suo amico vi siete parlati?

“Gli ho mandato un messaggio ieri, per capire che sta succedendo in Italia attorno a questa storia. Non abbiamo litigato, ma l’ho bloccato”.

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