Pd, Provenzano: “Salvini ha una doppia morale. Per Draghi è una mina”

Read More

ROMA – Sul caso che sta scuotendo la Lega, l’inchiesta per cessione di stupefacenti nei confronti dello spin doctor di Matteo Salvini, Luca Morisi, il vicesegretario pd Peppe Provenzano usa parole nette: “Si tratta di una vicenda personale, ma non mi unisco al coro ipocrita di queste ore. Morisi è stato un uomo di potere, un cardine della Lega di Salvini, dal Viminale ha guidato una macchina responsabile del linguaggio di odio che si è riversato sul Paese. E del dolore inflitto a chiunque finisse sotto la sua Bestia”.

Non è garantista?
“Non c’entra niente il garantismo, non parlo della vicenda giudiziaria ma della spudorata doppia morale di Salvini. Basti ricordare le parole usate nei confronti di Stefano Cucchi“.

Il segretario leghista pare evocare un complotto.
“Sarà un auto-complotto. Quel partito è in una crisi irreversibile”.

Lega, scontro Salvini-Giorgetti: “Non si riparte dai salotti di Calenda”. E difende Morisi: “Attacco alla Lega a 5 giorni dal voto”

28 Settembre 2021


Esistono davvero due leghe?
“Credo che la frattura sia reale e molto profonda. Giorgetti ha scaricato Salvini su tutto alla vigilia di un voto decisivo. Ma lui non è un passante, è vicesegretario, capodelegazione al governo, se non condivide la linea apra una battaglia politica insieme ai governatori. Non basta smarcarsi sui giornali e poi dire che la Lega è una, altrimenti è una comoda rendita di posizione”.

Giorgetti alla Stampa ha anche parlato di rischio logoramento del governo Draghi.
“Se c’è un rischio però deriva dalle contraddizioni del centrodestra. Non sono ‘i partiti’, è il suo partito, la Lega”.

Secondo alcuni il premier dovrebbe restare al suo posto il più a lungo possibile, a prescindere dal Parlamento e dalla politica.
“Leggo ministri che paventano il disastro sull’attuazione del Pnrr, dovrebbero dedicarsi a fare più bandi e meno interviste apocalittiche. La competenza di Draghi non può diventare un alibi per tutti gli altri. Chi ha responsabilità le eserciti. Il Pd la sua se l’è assunta fino in fondo. La generalizzazione sui partiti è antipolitica, anche quando viene dal pulpito di Confindustria”.

Anche un pezzo di Pd vorrebbe Draghi a Palazzo Chigi dopo il 2023.
“Noi ora siamo impegnati a battere la destra alle amministrative e a sostenere questa esperienza di governo rispetto alla mina rappresentata da Salvini. Questa maggioranza non è replicabile, ma il mandato di Draghi non si è ancora esaurito. Il prossimo anno sarà decisivo per negoziare le nuove regole europee, consolidando la svolta per cui ci siamo battuti”.

Quindi non vede Draghi al Quirinale l’anno prossimo?
“Non c’è niente di più istituzionalmente scorretto che aprire oggi la campagna sul Colle. E niente di più sbagliato che utilizzare il Quirinale per dichiarare esaurita nei fatti questa esperienza di governo, mentre si apre finalmente la discussione sul patto per la crescita e il lavoro”.

Letta: “La lezione tedesca: dalla crisi si esce a sinistra. Anche in Italia si può vincere”

di

Stefano Cappellini

26 Settembre 2021


Cosa crede possa portare?
“Deve essere l’occasione per uscire dalla crisi con più diritti e lavoro buono. Che significa un grande piano contro le infiltrazioni mafiose e la sicurezza sul lavoro; la riforma degli ammortizzatori sociali, una priorità perché la forbice tra garantiti e non va colmata dando tutele a chi non le ha: lavoratori delle piccole imprese, precari, autonomi; una riforma dell’apprendistato e degli stage per spezzare da subito la spirale di precarietà e sfruttamento dei giovani. E c’è da approvare la legge per la parità salariale di genere”.

Il salario minimo si fa, nonostante la contrarietà di sindacati e Confindustria?
“In Italia ci sono oltre due milioni e mezzo di lavoratori poveri, uno scandalo a cui va data una risposta. Noi parliamo di “retribuzioni giuste”. La nostra idea di salario minimo non si contrappone alla contrattazione, che vogliamo rafforzare con una legge sulla rappresentanza, per combattere la selva dei contratti pirata. Non siamo per la disintermediazione, non faremo riforme contro le parti sociali, ma discutiamo. Partiamo dal problema e troviamo una soluzione”.

È stato d’accordo sulla decisione di interrompere lo smart working per gli statali con un dpcm?
“Lo smart working può avere enormi vantaggi se è davvero lavoro agile. Liquidarlo significa mettersi contro la storia. Compito della politica è regolarlo, renderlo intelligente, anche nella PA. Non rispolverare la retorica sui dipendenti pubblici fannulloni”.

Il patto serve anche a rispondere all’accusa, spesso rivolta al Pd, di occuparsi più di diritti civili che di diritti sociali?
“Contrapporre i diritti è una retorica della destra. Ma dopo anni di sociologie da strapazzo secondo cui la Lega era il partito dei lavoratori siamo noi che abbiamo messo il lavoro in cima alle priorità di governo, dalla clausola per le assunzioni di giovani e donne nel Pnrr alle norme sui subappalti e da ultimo alla battaglia contro le delocalizzazioni. La destra non c’è o rema contro”.

La Lega si fa carico delle pensioni e difende Quota 100.
“Un costosissimo fallimento a danno dei giovani, delle donne e del Sud. Ma non siamo per tornare alla Fornero. Non tutti i lavori sono uguali, vogliamo allargare la platea dei gravosi e degli usuranti e offrire una pensione di garanzia ai giovani precari”.

Si può uscire dalla crisi da sinistra, come ha detto Letta a Repubblica?
“Si è visto in Germania e sono convinto che le amministrative mostreranno che il destino dell’Italia non è finire nelle mani di Salvini e Meloni. Da lì arriverà per noi la spinta verso le elezioni politiche”

Related articles

You may also be interested in

Headline

Never Miss A Story

Get our Weekly recap with the latest news, articles and resources.
Cookie policy

We use our own and third party cookies to allow us to understand how the site is used and to support our marketing campaigns.