Caso Morisi, caccia al pusher che gli ha venduto la droga. Le domande ancora senza risposta

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Chi ha dato la cocaina a Luca Morisi? Quanta era? E soprattutto: era la prima volta che l’ex spin doctor la prendeva? E se, come sembra, non fosse così, da chi si riforniva abitualmente? Sono queste le domande a cui l’indagine della procura di Verona deve ancora rispondere. E sono, verosimilmente, le domande che gli investigatori gireranno a Morisi che, tramite il suo legale, Fabio Pinelli, ha fatto già sapere di essere disponibile a essere ascoltato.

È possibile, però, che prima il pm Stefano Aresu e la procuratrice Angela Barbaglio vogliano terminare una serie di accertamenti. Quelli sui tabulati telefonici degli indagati, Morisi compreso, per capire se risultino contatti con spacciatori o comunque persone conosciute in quel mondo. E poi attendere le analisi su “quella bottiglietta di vetro da succo di frutta – si legge negli atti dell’indagine – quasi piena, da 125 millilitri contenente del liquido trasparente che il ragazzo asseriva essere droga dello stupro (Ghb)”. Si tratta della boccetta trovata nello zaino di P.R., il ventenne escort romeno che, dopo aver passato dodici ore circa a casa Morisi insieme con un suo amico, ha raccontato ai carabinieri di aver ricevuto quella boccetta di droga dall’ex spin doctor della Lega. Per questo la procura ha indagato Morisi, accusandolo di cessione di droga, pur riconoscendogli la lieve entità vista la quantità. Ma questa ipotesi è stata seccamente smentita dalla difesa di Morisi, che sostiene che il ragazzo menta. “Il mio assistito – ha spiegato l’avvocato Pinelli – non ha mai posseduto il flacone contenente il liquido oggetto di accertamenti. Siamo certi dell’irrilevanza penale della sua condotta”.

Esclusivo / Luca Morisi, parla il ragazzo escort del festino: “Quella notte mi ha distrutto la vita, la droga dello stupro l’ho avuta da lui”

dai nostri inviati

Giuliano Foschini e Fabio Tonacci

29 Settembre 2021

Resta però il tema della cocaina, che sicuramente è stata trovata a casa di Morisi. Era una piccola quantità, è vero. Ma è altrettanto vero – sempre però prendendo per buono il racconto di P.R., ancora tutto da verificare – che quanto i carabinieri hanno repertato e sequestrato, e cioè “un piatto di ceramica colore bianco con sopra sostanza pulviscolare di colore bianco sottoforma di cristalli, verosimilmente cocaina, accanto a tessere plastificate e una banconota arrotolata da 20 euro”; “un piatto con sopra del residuo di sostanza pulviscolare di colore bianco, posto sopra il bracciolo di un divano vicino alla libreria”. “0.31 grammi di cocaina, nascosta in un libro di colore verde”, trovata soltanto grazie alle indicazioni di P.R., era quanto rimaneva di 12 ore almeno di festa.

Resta dunque la domanda: quanta cocaina c’era a casa Morisi prima che arrivassero i due romeni? E soprattutto, da chi l’ex braccio destro di Salvini l’aveva comprata?

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