Dopo il dardo tirato ieri da Varsavia contro l’Ue e la supremazia dei Trattati comunitari sulle leggi nazionali, la Polexit non sembra più una fantasia. E infatti stamattina per bloccare qualsiasi ulteriore iniziativa del governo sovranista polacco, è scesa in campo la presidente della Commissione, Ursula Von der Leyen. “I nostri Trattati sono molto chiari. Tutte le sentenze della Corte di giustizia Ue sono vincolanti e la legge Ue ha il primato sulla legge nazionale”, ha ammonito. E poi ha lanciato un avvertimento diretto a Varsavia: “Useremo tutti i poteri” ma “sono profondamente preoccupata e per questo ho dato istruzione ai servizi della Commissione di fare un’analisi approfondita e veloce”.
E sulla linea della fermezza si schierano subito Germania e Italia. “Se un Paese decide politicamente di far parte dell’Ue – sottolinea il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas – allora deve garantire che le regole concordate siano pienamente e completamente attuate”. “L’Europa – dice il sottosegretario italiano agli affari europei, Enzo Amendola – è condivisione di sovranità. La libera adesione ai trattati ha prodotto negli anni pace e prosperità per tutti gli Stati e il diritto della Ue ha la primazia su quello nazionale”.
E’ evidente che adesso si è aperto il capitolo dei finanziamenti europei, anche del Recovery Fund. Un tema cui Varsavia è molto attenta. In gioco ci sono diversi miliardi. E non a caso il premier polacco Mateusz Morawiecki respinge la accuse di voler uscire dall’Ue. “Il posto della Polonia è e sarà nella famiglia delle nazioni europee”, ha scritto in un post su Facebook. Eppure non tutti ne sono convinti e infatti il capo dell’Opposizione, il popolare Donald Tusk ha convocato una manifestazione a Varsavia “per difendere una Polonia europea”.
Di certo, la sentenza di ieri della Corte costituzionale polacca, ha riacceso le speranze dei sovranisti. La francese Marine Le Pen ha così colto al volo l’occasione e probabilmente farà di questo fronte il leit motiv della sua prossima campagna elettorale. “Se in primavera verrò eletta presidente – spiega – riaffermerò il primato delle leggi e delle giurisidizioni nazionali. Le disposizioni costituzionalì, come ha scritto con disprezzo e autoritarismo la Commissione, non sono solo l’espressione dalla volontà dei popoli sovrani”.