Comunali a Roma, Di Maio: “Gli elettori non sono pacchi, decideranno loro. Ma con Gualtieri ho lavorato bene”

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Luigi di Maio è d’accordo con Raggi e Conte “gli elettori non sono dei pacchi. Dalle città medie alle più piccole e alle più grandi, sono sempre i cittadini che decidono come regolarsi alle elezioni comunali. E quando noi politici ci illudiamo di poter indirizzare in una direzione o in un’altra il loro voto, secondo me sbagliamo”. Il ministro degli Esteri interviene nel dibattito sul ballottaggio a Roma tra il candidato di centrodestra, Enrico Michetti, e il rivale di centrosinistra, Roberto Gualtieri. Su quest’ultimo, Di Maio ammette: “Io ho lavorato con lui ministro dell’Economia abbiamo costruito insieme il patto per l’Export, quindi non è una questione contro qualcuno, però fanno bene Giuseppe Conte e Virginia Raggi a dire che i cittadini non sono un pacco da trasferire tra le mani di un candidato o di un altro, ma saranno loro con la loro testa a decidere il meglio per la loro città”, dice durante un incontro elettorale a Noicattaro, nel Barese, a sostegno del sindaco uscente del Movimento 5 Stelle che è al ballottaggio, Raimondo Innamorato.

Il ministro degli Esteri apprezza il lavoro fatto da Raggi nella Capitale in questi ultimi anni. “Credo che il Movimento debba esserle molto riconoscente, per come ha messo a posto i conti e ha ripristinato la legalità all’interno di un Comune che cinque anni fa era stato sciolto in alcune sue parti, in alcuni suoi dipartimenti e direzioni per mafia. Il dato che Virginia ha riportato – ha aggiunto il ministro – cioè l’unico candidato sindaco in attivo di preferenze nel senso che ha preso 30.000 preferenze personali, ha in ogni caso rappresentato un importante segnale a lei e al suo operato e questo noi lo valorizzeremo il più possibile all’interno del Movimento”.

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Le elezioni amministrative però hanno scosso il Movimento. E sugli attriti interni, Di Maio osserva: “Vorrei evitare che si inizi a speculare sulle contrapposizioni. Questa è una forza politica che è sempre stata plurale, che ha sempre dato spazio il più possibile a tutti coloro che avevano buona volontà per costruire. Quindi, non c’è bisogno ogni volta che c’è una personalità che viene riconosciuta internamente, di metterlo in contrapposizione con qualcun altro”. E ancora. “Respingo la narrativa della contrapposizione e invece penso che in questo momento dobbiamo affidare molto del futuro del Movimento non solo a Giuseppe Conte che è stato presidente del consiglio dei ministri nell’epoca più buia dell’Italia dal secondo dopoguerra ad oggi, ma anche ai nostri amministratori locali, perché loro fanno parte di una generazione che ha competenze di amministrazione degli enti locali, da Virginia Raggi a Raimondo e ad altri, che pochissimi hanno nel mondo e questo è un patrimonio da non disperdere”.

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