Il patto scellerato tra Forza Nuova e la zona grigia dei No Pass

Read More

Anche loro dicono “la gente come noi non molla mai!”. L’hanno scritto sulle magliette, e da lì al “boia chi molla” il passo è stato breve. Anche loro parlano da mesi di “popolo e libertà”, che poi è diventato il nome di un nuovo contenitore, uno dei tanti della galassia multiforme e molto ambigua dei No Vax e No Green Pass. Anche loro gridano “Basta dittatura” che, tradotto, è il canale Telegram da 43mila iscritti, chiuso due settimane fa dai gestori del servizio di messaggistica perché era diventato il ricettacolo preferito dai nemici del vaccino e del bollino verde, complottisti, negazionisti, no-tutto. La chat era frequentata dal popolo liquido di sigle come “3V”, “Ancora Italia”, “Fronte del dissenso”, e del forum “Non nuocere”.

Il canale oscurato

Quando “Basta dittatura” è sparito dai display dei cellulari, aderenti e simpatizzanti sono migrati su un altro gruppo Telegram, quel “No Green Pass” contrassegnato dal simbolo della svastica dove si straparlava di “passaporto schiavitù” e “dittatura anti Covid”. Una costante, il folle paragone con il nazismo e il regime. Un espediente comunicativo utile ad avvicinare sempre di più la zona grigia alla zona nera: anzi, a sovrapporle. Come una macchina che ha riprodotto l’effetto a sorpresa con l’imprevedibilità intermittente del Cavallo di Troia, dopo mesi di ammiccamenti prima e prove generali poi, il “cuscinetto” del populismo ribelle ha centrato nel modo più pericoloso il risultato che da un anno e mezzo è anche la sua ragione sociale: assediare i governi in carica e attaccare il palazzo. Come? Accogliendo e ospitando nella sua pancia l’estremismo squadrista di Fn e degli altri movimenti neofascisti.

Assalto No Pass, la regia neofascista: Fiore e Castellino guidano l’attacco alla Cgil

di

Paolo Berizzi

09 Ottobre 2021

La copertura complice del movimento

Dunque, va detto: dietro l’assalto nella sede della Cgil non ci sono solo la violenza e i saluti romani degli ex terroristi neri di Terza Posizione e dei Nar e i loro allievi del terzo millennio come Giuliano Castellino. C’è anche la “copertura”, complice, di un movimento che da aprile 2020 si è dichiarato spontaneo e “di popolo”, apolitico o “politicamente eterogeneo”, solo a parole slegato dai partiti. E che invece si è lasciato infiltrare dall’ultradestra eversiva: quella dello slogan “fascismo XXI secolo”, che spranga e avanza a colpi di pietre, bombe carta, cassonetti rovesciati.

L’escalation a ritroso

È stata una progressione. Proviamo a ricostruirla a ritroso. Ventotto settembre: dopo mesi di comunicati deliranti e manifestazioni convocate senza preavviso in 80 città, Telegram chiude il citato canale “Basta dittatura”. Ventotto agosto: 3mila persone scendono in piazza a Milano contro le misure messe in campo dal governo Draghi per limitare la diffusione del Covid. Dal palco di fronte al Duomo il Green Pass è definita “una misura antidemocratica che non ha nulla a che vedere con la situazione sanitaria, ma serve solo a spaccare la società in persone di serie A e serie B”. Ci sono anche i sostenitori di Italexit di Gianluigi Paragone. Tra cori a sostegno del professor Giuseppe De Donno, l’ex primario di pneumologia di Mantova morto suicida e diventato il medico più apprezzato dai No Vax, e insulti ai giornalisti, a proposito di “spaccare” un gruppo di manifestanti passa dalle parole ai fatti: assalta e distrugge un gazebo del M5S allestito alla Darsena in vista delle Comunali di ottobre. Otto denunciati.

“Popolo e libertà”

Non era la prima volta che i No Green Pass mostravano i muscoli: in altre manifestazioni a finire nel mirino erano stati i cronisti, accusati di essere i “venduti al servizio del potere”, “nemici del popolo”. Il 28 agosto il movimento “libero” si raduna anche nella solita piazza del Popolo a Roma: tra le voci che chiamano l’adunata c’è quella di Pamela Testa, l’organizzatrice della manifestazione di sabato scorso. “Siamo popolo e libertà!”, esclama sul blog di “Italia Mensile”. Che cos’è ? È il sito-house organ al servizio del ras di Fn Castellino. Uno spazio digitale che da un anno e mezzo accredita o fa da amplificatore anche a voci e volti non direttamente ascrivibili all’estrema destra: esempi? Da Vittorio Sgarbi al virologo francese Luc Montagnier (“i vaccini a Rna possono causare danni genetici”); dai leader del movimento di commercianti “Io apro” agli avvocati del movimento “Sentinelle per la Costituzione” che hanno denunciato Mario Draghi e Ilaria Capua, Confindustria e l’ordine dei medici.

Dai liberi cittadini ai picchiatori

Pamela Testa è di estrema destra ma nel video su “Italia Mensile” dice “mi presenterò da cittadina libera, senza bandiere di partito, perché così siamo uniti e non ci ferma nessuno”. Dall’uovo dei “liberi cittadini” sono infine usciti, oplà, i picchiatori e le braccia tese nei saluti romani: i Fiore, i Castellino, i Giuseppe Meloni, gli Aronica. Sono spuntati i bicipiti tatuati con le svastiche e le croci celtiche e gli ultrà neonazisti. “I criminali sono loro, i sindacati”. È bastato il là di Castellino e la piazza “trasversale” si è messa in marcia, pronta a sfondare l’ingresso della sede di un sindacato. Eccolo il poker d’assi della zona grigia, il salto di qualità che ha portato all’attacco alla Cgil. Pensare che in principio era il generale Pappalardo coi gilet arancioni, i seguaci di QAnon, la fuoriuscita 5S Sara Cunial. Poi, sabato dopo sabato, a forza di “proteste spontanee”, la rete ha servito il bluff. Sui social la bestia della costola italiana di World Wide Demonstration, l’organizzazione No-Vax nata all’inizio della pandemia. In piazza, come ariete, i fascisti. Che adesso dopo gli arresti minacciano: “La rivolta non si ferma qui”.

Related articles

You may also be interested in

Headline

Never Miss A Story

Get our Weekly recap with the latest news, articles and resources.
Cookie policy

We use our own and third party cookies to allow us to understand how the site is used and to support our marketing campaigns.