La pandemia frena l’immigrazione. Per la prima volta dopo 20 anni in calo la presenza di stranieri in Italia

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Gli arrivi triplicati non devono trarre in inganno. A conferma che non c’è alcuna emergenza immigrazione in Italia arriva il 31esimo dossier statistico immigrazione di Idos, redatto in collaborazione con Confronti e Istituto di studi politici S.Pio V. Che racconta che per la prima volta, dopo 20 anni di crescita ininterrotta, il numero degli stranieri in Italia si è ridotta, tanto da non compensare più il saldo demografico naturale del Paese.

L’analisi è che, a monte di questo saldo negativo, ci sia la pandemia che ha causato una riduzione consistente della forza lavoro. E anche il tasso di occupazione degli stranieri è adesso inferiore a quello degli italiani.

Che Italia sarebbe senza immigrati: vecchia, spopolata e povera. “Ripensare le politiche migratorie”

di

Vladimiro Polchi

11 Ottobre 2021

Persi 200mila abitanti

In un solo anno il Paese perde in tutto quasi 200mila abitanti e i residenti stranieri diminuiscono di 26.422 unità (-0,5%), attestandosi su 5.013.215. Il calo dei residenti stranieri è l’esito di diverse voci del bilancio demografico del 2020: iscrizioni all’anagrafe di stranieri arrivati direttamente dall’estero, cancellazioni di stranieri che hanno lasciato l’Italia per l’estero, cancellazioni effettuate d’ufficio per irreperibilità o perdita dei requisiti, acquisizioni di cittadinanza italiana da parte di stranieri, nascite e decessi registrati nell’anno.

A causa delle chiusure dovute alle misure di contenimento della pandemia, le iscrizioni dall’estero di residenti stranieri calano di un terzo (-33,0%) rispetto al 2019 e di poco meno (-30,6%) rispetto alla media degli ultimi 5 anni.

Crescita della mortalità

Guardando alla differenza tra nati e morti, l’Italia registra, anche a causa della pandemia, un incremento della mortalità che porta a un saldo naturale della popolazione totale negativo per 342.042 unità: la componente italiana perde, tra nati e morti, 392.108 persone, mentre quella straniera, grazie alle nascite, aumenta di 50.066. Gli stranieri, per la loro più giovane età, hanno patito meno gli effetti letali della pandemia ma, nonostante ciò, la loro mortalità è cresciuta in un anno del 25,5% (1.892 decessi in più del 2019) e registra l’incremento maggiore nel Nord-Ovest (+36,0%), più colpito dalla diffusione del virus.

Blocco alle frontiere e burocrazia

Nel caso dei cittadini non comunitari, al blocco delle frontiere si è aggiunto il rallentamento nella gestione delle pratiche amministrative: solo con il rilascio del permesso di soggiorno, infatti, è possibile l’iscrizione anagrafica, che oltretutto avviene dopo una presenza in Italia di una certa durata. Da tutti questi elementi scaturisce la diminuzione registrata nel 2020, anno in cui c’è stato il calo più alto mai avuto.

Il numero degli occupati stranieri, in continua crescita dal 2004, nel 2020 si riduce del 6,4% (- 1,4% per gli italiani), la disoccupazione del 12,4% (-10,1% per gli autoctoni), mentre l’inattività cresce del 16,2% (+3,1% per gli italiani). Gli occupati stranieri scendono così a 2.346.000, con una perdita di 159.000 unità (erano 2.505.000 nel 2019).

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