Green Pass, l’Italia in bilico la paura di un venerdì nero

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Autotrasporti/Un camionista su tre non ha il Qr code. “Così gli scaffali rimarranno vuoti”

Il nodo dei trasporti è tra i più difficili da sciogliere. I numeri illustrati da Ivano Russo di Confetra sono impietosi: “La nostra confederazione raccoglie 400 mila autisti e stimiamo che il 30% non abbia il Green Pass». Fermando 130 mila persone che si occupano di trasporti si rischia «il blocco, la paralisi del sistema logistico nazionale”, dice Russo che solleva anche il tema stranieri. I camionisti russi, bielorussi, polacchi, turchi sono vaccinati con Sputnik o altri medicinali non approvati in Europa «e quindi non ammessi per ottenere il Qr Code che dal 15 ottobre sarà obbligatorio per lavorare». La Fiap, federazione italiana autotrasportatori professionisti, spiega che «gli effetti negativi per le imprese di trasporto e logistica ricadranno soprattutto sulla collettività» e evidenzia il rischio dal 15 ottobre di scaffali vuoti, crisi dei carburanti e blocco delle industrie.

Agricoltura/Un lavoratore dei campi su 4 a rischio. “La vendemmia potrebbe fermarsi”

Sono circa 400 mila i lavoratori agricoli attivi in questo momento in Italia e il 75% di loro, 300 mila, sono stagionali. I dati sono della Coldiretti. Come spiega Romano Magrini, responsabile del lavoro dell’associazione, circa uno su quattro non sono vaccinati o hanno fatto vaccini non riconosciuti in Europa. “Il problema è che gli stagionali tra queste 100 mila persone li perdiamo. Chi per 20 o 30 giorni fa la vendemmia o raccogliere gli ortaggi invernali e non ha il vaccino, non si carica il costo del tampone, cioè 200 euro al mese”. E così tanti datori rischiano di trovarsi già da domani a corto di risorse. “Sta finendo la vendemmia — dice Magrini — Se ho cinque persone che se ne occupano e vanno via in due, tre o addirittura quattro non trovo certamente nessun lavoratore che li sostituisca”.

Trasporto locale/Bus e treni, scoperto un addetto su 10. “Organizzare i turni sarà un’impresa”

Gli addetti del trasporto pubblico locale (tpl) in Italia sono circa 100 mila. Fanno funzionare autobus, metropolitane, treni, vaporetti e altro. Tra questi lavoratori, spiegano dalla Filt Cgil l’adesione alla vaccinazione è stata abbastanza alta. Le aziende stanno raccogliendo i dati in questi giorni ma sarebbero il 10% i lavoratori non in regola, meno rispetto ad altri settori. Va però specificato, come fanno notare dalla Cgil, che anche il 10% di assenze su un modello di lavoro che prevede turni e che è appunto finalizzato a rendere un servizio pubblico può creare molto disagio. Proprio per questo le aziende, ad esempio Atm di Milano, chiedono ai lavoratori di dire 48 ore prima del turno se non hanno il Green Pass. Da Asstra, l’associazione nazionale che raccoglie le aziende di tpl pubbliche e private, spiegano che si lavora per garantire i servizi.

Forze dell’ordine/Nei reparti mobili record di No Vax. “Timori per la sicurezza pubblica”

Tra i poliziotti coloro che non si sono immunizzati sarebbero il 20%, secondo alcuni sindacati (ma la ministra Lamorgese giorni fa ha parlato dell’8%). Il dato salirebbe molto nei reparti mobili, quelli cioè che si occupano di ordine pubblico, dove senza Green Pass sarebbero circa il 30%. Sempre le organizzazioni sindacali hanno calcolato che il dato sarebbe del 39% a Firenze, dove ci sono poco più di 350 uomini, e del 33% a Torino (300 uomini). A Roma la situazione è un po’ migliore, visto che su 600 poliziotti quelli non in regola per lavorare sarebbero il 17%. Secondo il sindacato dei carabinieri Usic “circa il 5% dei 110mila carabinieri non è vaccinato. Il dato può sembrare esiguo ma con una riduzione dei servizi del 5% c’è un conseguente rischio per la sicurezza del paese e dei cittadini”.

Lavori domestici/Colf e badanti, il 30% senza certificato. “Ma le famiglie non hanno alternative”

Sono 600 mila le colf e le badanti non vaccinate o vaccinate con Sinovac o Sputnik, cioè il 30% del totale di chi lavora in nero o in regola. Alcuni datori di lavoro, cioè le famiglie, probabilmente chiuderanno un occhio di fronte a chi non ha il Green Pass. A dare questa lettura dei dati è Andrea Zini di Assindatcolf, una delle associazioni di datori. Che spiega: “Abbiamo detto alle famiglie di verificare prima di domani se il lavoratore ha il Green Pass, chiedendogli di firmare una lettera. Credo che una parte importante, almeno 400 mila persone, non verrà controllata perché i datori di lavoro non hanno alternative: se quella badante o quella colf se ne vanno non trovano sostituti. Altre 200 mila persone potrebbero perdere il lavoro, perché il loro datore non vuole rischiare”.

Grande distribuzione/Negozi e supermercati i più tranquilli. “Personale quasi tutto immunizzato”

Nella grande distribuzione c’è una forte sensibilità nei confronti del vaccino e l’adesione dei lavoratori è stata alta. Vale per il mondo delle Coop e lo assicurano anche da Federdistribuzione, che riunisce grandi catene del settore alimentare ma anche dell’abbigliamento, del bricolage. Si tratta di 15.600 punti vendita dove sono impiegate circa 220 mila persone. Si stima che tra queste ce ne siano l’8-9% senza il certificato verde perché non vaccinate o guarite da meno di sei mesi dal Covid. “I lavoratori hanno risposto alla richiesta di farsi il vaccino, che inizialmente alcuni nostri associati avevano proposto addirittura di somministrare in azienda”, dicono da Federdistribuzione, che si era anche spesa perché fosse adottato un uso estensivo del Green Pass.

Pubblica amministrazione/ Passaporto e fine dello smart working. “Una doppia sfida con tante incognite”

Una data, due appuntamenti fondamentali. Per i dipendenti pubblici quello di domani non è solo il giorno del Green Pass obbligatorio ma anche quello del rientro in presenza, cioè della fine dello smart working. Si tratta di una categoria di lavoratori molto ampia, che in tutto conta 3,2 milioni di addetti. Sarebbero tra il 7 e il 10% quelli senza il vaccino. Se però si tolgono dal conteggio totale gli addetti della sanità e della scuola, il numero scende a circa 1,4 milioni. E visto che nelle prime due categorie l’adesione alla campagna, anche per la legge sull’obbligo vaccinale in un caso e su quello del Green Pass nell’altro, è stata molto alta, la percentuale delle persone scoperte negli uffici pubblici sale e potrebbe persino raddoppiare, avvicinandosi così a quella registrata nella popolazione generale.

I locali pubblici/Bar e ristoranti non temono stop. “Corsa agli hub dopo i lockdown”

I lavoratori dei pubblici esercizi che ancora non hanno fatto il vaccino sono tra i 35 e i 40 mila, cioè circa il 10% del totale di coloro che lavorano in bar e ristoranti. Il dato è dell’ufficio studi di Fipe-Confcommercio. L’adesione piuttosto alta alla campagna vaccinale nascerebbe, secondo il direttore generale di Fipe Roberto Calugi, dallo “shock del primo e del secondo lockdown, che hanno visto decine di migliaia di dipendenti di bar e ristoranti restare senza lavoro per mesi”. Questo ha “scatenato una reazione forte di autoprotezione. Il risultato è che la stragrande maggioranza dei nostri collaboratori è corsa a vaccinarsi appena possibile. Il desiderio di lavorare senza rischi e con continuità si è rivelato più forte di qualsiasi altra considerazione”. Anche quel 10% in meno, comunque preoccupa un po’ i gestori.

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