Al buio, ammanettato, scalzo e denutrito. Chiuso in quella casa, alle porte di Monte San Giusto, da 8 giorni. Sorvegliato a vista da 4 persone: 3 uomini e una donna. E’ un giallo ancora tutto da dipanare, il rapimento di un giovane inglese liberato ieri pomeriggio dopo un blitz dei carabinieri in un appartamento nel paese di ottomila anime in provincia di Macerata. Il ragazzo, figlio di una facoltosa famiglia britannica sul cui nome le forze dell’ordine mantengono il massimo riserbo, era in vacanza in Italia da mesi. Per lui sarebbe stato chiesto un riscatto di 7.000 euro. Una cifra molto bassa, trattandosi di un sequestro di persona. E non è la sola stranezza per questo rapimento che ha visto coinvolti due italiani e due cittadini di origine romena.
Il ragazzo, secondo la ricostruzione degli inquirenti, sarebbe riuscito a chiedere aiuto grazie a una telefonata fatta ai suoi genitori. In un messaggino in cui chiedeva i 7000 euro, grazie ad alcune parole in codice, ha avvisato la famiglia. Facendogli capire che era in pericolo. A quel punto, i familiari si sono rivolti alla Nca (National crime agency) che a sua volta ha allertato i militari del Ros. Intercettate le celle telefoniche è stato scovato l’appartamento dove il ragazzo era tenuto ostaggio. Trentasei ore di indagine, portata avanti dal comandante provinciale dei carabinieri di Macerata, il colonnello Nicola Candido, dal comandante del Ros di Ancona Francesco D’Ecclesiis e dal tenente colonnello Massimiliano Mengasini, comandante del Reparto operativo. Poi è scattata l’operazione.
I militari hanno trovato l’inglese ammanettato e senza scarpe, chiuso in una stanza e controllato da quattro persone che sono state subito arrestate. Sequestro di persona a scopo di estorsione il reato ipotizzato. Il ragazzo, molto provato psicologicamente, è stato accompagnato in una residenza protetta. La convalida degli arresti è attesa tra oggi e domani.
“Tutto il paese è sotto choc – dice il sindaco di Monte San Giusto, Andrea Gentili – non sappiamo nè chi è la vittima nè i rapitori, anche se sembra che uno di loro sia nostro concittadino. Ci dispiace che la nostra comunità finisca sui giornali per una storia così brutta e anche assurda, non sentivo parlare di sequestro di persona da svariati decenni. Vorremmo che si parlasse di noi per le nostre bellezze artistiche e la nostra produttività: facciamo parte del distretto calzaturiero”. C’è da dire però che i carabinieri sono stati bravissimi risolvendo il caso in pochissimo tempo.