ROMA – Ita ha comprato ieri il brand Alitalia. Eppure la compagnia cambia comunque nome. In conferenza stampa, l’amministratore delegato Fabio Lazzerini presenta il nuovo marchio e il nome della compagnia aerea che si chiamerà Ita Airways. Anche il sito sarà denominato così: www.itaairways.com.
Gli aerei saranno completamente diversi. Gli Airbus, in arrivo dal 2022, saranno completamente azzurri nella carlinga, strizzando l’occhio ai successi sportivi degli atleti italiani. Il tricolore sarà sulla coda.
I nuovi aerei di Ita Airways
L’amministratore delegato del nuovo vettore spiega: “Vogliamo trasferire una sensazione di freschezza e flessibilità. Siamo una startup. Guardiamo indietro a un passato comunque importante”, i colori del brand ricordano quelli di Alitalia, “ma soprattutto guardiamo al futuro”.
Il manager giustifica così l’acquisizione del marchio Alitalia, costato 90 milioni, eppure sostanzialmente inutilizzato al momento: “Era un patrimonio che andava comunque preservato. Sul suo uso vogliamo essere noi a gestire il processo”.
Il presidente esecutivo Alfredo Altavilla aggiunge che il brand Alitalia viene comprato per ragioni di marketing (“saranno possibili iniziative in futuro”), per rispetto verso le persone che hanno dato l’anima per l’ormai estinto vettore e perché l’acquisto rientra in una “operazione di sistema”. In qualche modo, la vecchia Alitalia sarà ora nelle condizioni di continuare la gestione commissariale.
Nello stesso tempo Ita Aiways avrà il tempo di collocare il suo marchio ovunque (veicoli, sale di attesa, hangar) in maniera più lenta: “Farlo in fretta avrebbe comportato degli extra-costi“.
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di
Federico Formica
14 Ottobre 2021
“Io sono un montanaro – continua Lazzerini – e questa volta ci hanno fatto fare il percorso più faticoso. Dalla Commissione Ue” – che ha imposto una discontinuità tra la vecchia compagnia e la nuova – “abbiamo ricevuto tante sportellate”. L’ad fa riferimento alle condizioni che Bruxelles ha imposto al nuovo vettore: “Noi per esempio dobbiamo utilizzare il 100% dei nostri slot”. In sostanza Ita Airway è tenuta a usare a pieno regime i diritti di decollo e atterraggio negli aeroporti.
A sostituire il programma Millemiglia, ormai estinto, sarà un nuovo meccanismo, ribattezzato Volare. La compagnia avrà presto una flotta omogenea, fatta solo di Airbus. A breve, il vettore punterà sui voli intercontinentali perché più redditivi. A bordo ci saranno quattro classi diverse: business, premium, comfort ed economica.
Ancora Lazzerini: “Nel 2019, prima ancora della pandemia, gli italiani erano sottoserviti. Non avevano voli sufficienti, penso soprattutto a quelli internazionali. Adesso la nostra compagnia aerea rimedierà a questo vuoto”.
La rotta Roma-Milano Linate, che resta importante, verrà coperta in modo diverso rispetto al passato. Spiega Lazzerini: “Una volta c’era 23 aerei che andavano e 23 che tornavano. Forse troppi. Noi guardiamo soprattutto a una clientela business concentrando i voli in alcune fasce funzionali alle esigenze degli uomini di affari”.
IL REGOLAMENTO PER LE ASSUNZIONI (STIPENDI)
Dice il presidente esecutivo Alfredo Altavilla: “I nostri azionisti sono gli italiani. A loro dobbiamo dimostrare che non butteremo i soldi pubblici. Ita Aiways può essere redditiva perché nasce con le giuste dimensioni industriali, come flotta aerea e come dipendenti. Una compagnia spagnola, Volotea, si è aggiudicata i collegamenti da e per la Sardegna con ribassi nell’offerta alla Regione addirittura del 42%. Bravi loro che riescono a fare soldi comunque”. Contro la vittoria di Volotea nella commessa, Ita conferma il ricorso al Tar.
“Ho ricevuto spinte da ogni parte politica. Ti chiamano e ti suggeriscono: tu dovresti volare su questo aeroporto. Noi siamo riusciti ad affrancarci da ogni pressione, rispondiamo solo ai contribuenti”. A riprova di questo, Altavilla rivela che l’acquisto del ramo aviation da Alitalia è costato un euro. “Ovviamente vale di più, ma il ramo portava con sé dei costi rilevanti”.
“Gli stipendi ridotti ai dipendenti? Una parte della retribuzione è legata alla redditività dell’impresa e alla soddisfazione dei viaggiatori. Mi riferisco a qualsiasi retribuzione, a partire dalla mia”. In ogni caso Altavilla confida in un’intesa con i sindacati, che contestano la mancata applicazione del Contratto nazionale del settore: “Ci sono dei passi in avanti. Confido in un accordo: non so come si chiamerà l’intesa, se Contratto nazionale o integrativo”.
Altavilla guarda ai possibili partner commerciali e industriali. Ma detta delle condizioni, che Ita Aiways farà rispettare (mentre Alitalia non ci è riuscita): “Difenderemo la centralità dei nostri hub, Milano Linate e Roma Fiumicino. Non possiamo portare semplicemente acqua al mulino degli altri”.