MILANO – In manovra ci sarà “il taglio dal 22% al 10% dell’Iva su prodotti assorbenti per l’igiene femminile”. E’ quanto si legge nel comunicato finale di Palazzo Chigi al termine del Cdm che ha approvato il documento programmatico di Bilancio.
E’ quella che viene chiamata convenzionalmente “Tampon tax” ma non è una tassa vera e propria: al massimo, è un’extra tassa. Si tratta dell’Iva, l’imposta sul valore aggiunto, che si paga in Italia su tutti i beni acquistati e che per gli assorbenti, finora, era stata fissata in Italia al 22%. La percezione è di un balzello extra perché per i beni di prima necessità, come molti prodotti alimentari, l’aliquota è fissata al 4% e per una altra ampia serie di prodotti sono previste aliquote agevolate al 5 e 10%.
Da qui la richiesta avanzata a più riprese in sede parlamentare di una ritocco al ribasso, a cui però le Maggioranze di governo si sono sempre opposte, parlando di costi eccessivi per coprire la misura. Ora però il governo si è convinto di inserire in Manovra una riduzione dell’aliquota fino al 4%.
Legge di Bilancio: il governo lavora a “quota 102” e Reddito di cittadinanza più leggera
di
Valentina Conte
18 Ottobre 2021
Il confronto con gli altri Paesi
A rendere ancora più delicata la posizione italiana è sempre stato il confronto con gli altri partner europei. Il caso più virtuoso è quello dell’Irlanda, che nel 2006 – prima che Bruxelles fissasse regole più definite sulla materia – ha scelto addirittura di azzerare l’imposta. Restano su livelli minimi anche Francia (5,5%), Portogallo e Paesi Bassi (6%). Caso a parte per il Regno Unito, dove l’aliquota era al 5% fino allo scorso anno e da gennaio è stata portata a zero. Un provvedimento che è stato sbandierato dai promotori come una delle conseguenze positive della Brexit, visto che attualmente le regole europee prevedono che l’imposta possa essere equiparata a quella dei beni di prima necessità, ma non cancellata.
Quanto spendono le donne per gli assorbenti
In una delle prime proposte di legge per la riduzione della Tampon tax, quella del 2018 firmata da Enza Bruno Bossio, veniva citato quanto spendono le donne in una vita per gli assorbenti e per tutte le spese correlate legate al ciclo. “Nel nostro Paese, l’aliquota ordinaria dell’IVA del 22 per cento, valida sia per i beni ordinari che per quelli di lusso, è applicata anche ai cosiddetti «period products» (assorbenti interni ed esterni, tamponi, coppe, spugne mestruali e prodotti similari in cellulosa monouso), influendo notevolmente sul prezzo al consumo di tali beni”, si leggeva nella proposta di legge.
“Secondo alcune ricerche una donna, nel corso della propria vita fertile, è soggetta in media a 456 cicli mestruali, pari a 2.280 giorni, per un totale di 6,25 anni, con una spesa di circa 1.704 euro pro-capite per i soli assorbenti e con una spesa totale di oltre 15.000 euro se ad essi aggiungono altri prodotti quali medicinali e anticoncezionali”.
Quanto costa eliminare la Tampon tax
Lo scorso anno un emendamento alla Manovra a prima firma Laura Boldrini aveva provato nuovamente a percorrere questa strada ma il governo si era opposto giudicando l’intervento troppo costoso. Secondo le stime del Mef, per portare l’aliquota dal 22% al 5% servirebbero 300 milioni di euro.