Elezioni comunali, la destra sconfitta alla resa dei conti. E Berlusconi torna a Roma

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ROMA – E ora, paradosso dei tempi, sono tutti lì ad augurarsi un nuovo miracolo italiano. Tutti a invocare, in un centrodestra nel caos, l’effetto salvifico del ritorno in campo di Silvio Berlusconi. Che a 85 anni, stanco, acciaccato, in attesa dell’ennesima sentenza, è atterrato ieri sera in quella Capitale da cui mancava da otto mesi, dal giorno delle consultazioni con Mario Draghi che lui trasformò – more solito – in uno show. È un Cavaliere irritato, quello che vedrà di qui a breve, nella villa sull’Appia antica che fu di Franco Zeffirelli, i due sovranisti in gara per la leadership che hanno trasformato le amministrative in una sconfitta per entrambi. E per la coalizione.

Risultati ballottaggi del 17 e 18 ottobre. A Roma e Torino trionfa il centrosinistra. A Trieste vince il centrodestra

di

Valeria Forgnone

18 Ottobre 2021

Eccolo di nuovo qui, Berlusconi, nei panni ancora del federatore, di anziano tutor di uno schieramento che qualche mese fa proclamava il suo essere maggioranza nel Paese e ora vive gli incubi di una scoppola elettorale e paga il pegno di errori che Giorgia Meloni riassume sostanzialmente nell’avere tre atteggiamenti diversi nei confronti di Draghi.

Salvini minimizza la sconfitta. Meloni: “Elettori disorientati da nostre divisioni”. Telefonata tra i due: “Presto un vertice”

18 Ottobre 2021

Ma ieri stesso la presidente di Fratelli d’Italia ha fatto sapere che il suo non era un invito formale spedito agli alleati perché lascino il governo. E Matteo Salvini, come pronta risposta, ha rallentato sull’attacco a uno dei simboli dell’esecutivo, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese. Sferzata sì nell’aula di Palazzo Madama, ma non al punto da chiederne quelle dimissioni invocate invece fino a qualche giorno fa. Particolare non secondario, nelle ore in cui la pasionaria della Destra romana lanciava una petizione perché Lamorgese lasci l’incarico.

l’analisi

Ballottaggi, il centrosinistra si prende le città. Disfatta della destra

di

Concetto Vecchio

18 Ottobre 2021

Il fatto è che, mentre Meloni si interroga sulle contraddizioni di questa coalizione con un piede fuori e uno dentro Palazzo Chigi, la Lega rientra nuovamente nei ranghi, riavvicinandosi a Draghi, malgrado le scaramucce in cdm sulla riforma delle pensioni, che non sarà più quota 100 ma 102 o 104 epperò, fanno notare in ambienti del Carroccio, non sarà comunque il ritorno alla Fornero.

Quanto a Forza Italia, la collocazione ferma dentro il governo Draghi, a difesa di Lamorgese e contro le strizzatine d’occhio a No Vax e No Pass, non è neppure in discussione. Non a caso, ieri, la ministra Mara Carfagna che già aveva individuato nella competizione fra Salvini e Meloni un “problema” per il centrodestra, è tornata a muovere le sue critiche: “Bisogna scommettere sulle nuove speranze degli italiani anziché sulle loro vecchie rabbie: è questa la strada che il centrodestra dovrebbe imboccare senza esitazioni dopo il deludente esito dei ballottaggi”.

Saranno tanti, i nodi da sciogliere per Berlusconi che si accinge all’ultima fatica con il metronomo in mano, per dettare il ritmo a una coalizione “cui serve una costituente o forse un ricostituente”, per dirla con un’altra metafora, e il copyright è del sottosegretario Giorgio Mulè. Parola d’ordine è voltare subito pagina, mettere in archivio queste sciagurate elezioni affidate a candidature scelte da Meloni e Salvini che Berlusconi ha bocciato a urne ancora aperte. “Michetti? Ma su, era il civico ignoto”, si toglie il classico sassolino Maurizio Gasparri.

E ora come andare avanti? “Puntando sui temi, sulle proposte, enfatizzando i punti di contatto e non le divisioni”, suggerisce dall’enclave milanese di Fdi Ignazio La Russa. Facile a dirsi. Il Quirinale è il primo banco di prova, e Meloni ha già lanciato verso il Colle Mario Draghi, nella prospettiva-speranza di elezioni anticipate che Forza Italia però non vuole e Salvini non si sa più.

Questo Berlusconi in versione Colonnello Kurtz dovrà fare la faccia dura con i giovani colleghi “sballottolati” ma anche cercare una via d’uscita soft, moderata, non fosse che per il fatto che Fi – pur avendo vinto a Trieste e in Calabria – resta l’ultima forza dello schieramento e soprattutto per la non secondaria circostanza che il Cavaliere crede nel sogno del Quirinale. E nessuno lo scoraggia.

Ma la coperta è corta: Berlusconi agli alleati dirà che si vince al Centro e non inseguendo minoranze di piazza, e inviterà i suoi a evitare le tentazioni lib-dem che pure sono forti fra ministri e parlamentari del Sud, come dimostra l’incontro fra  Matteo Renzi e il presidente forzista dell’Ars Gianfranco Micciché. “Scommettere ancora su questo centrodestra è un’impresa”, è l’opinione di molti berlusconiani attratti dal modello Ursula. Il Cavaliere proverà a dimostrare il contrario. Un vero miracolo.
 

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