Scritte sui muri della via dove Elena Casanova abitava perché capisse “gli errori commessi”. Ezio Galesi, 59 anni, anche lì aveva lasciato segnali del suo malessere per la fine mai accettata della relazione con la donna, operaia Iveco di 49 anni, circa un anno fa. La ex che ha ammazzato brutalmente a qualche metro dalla villetta a schiera dove la donna, mamma di una ragazza di 17 anni, abitava da una quindicina d’anni, alla periferia di Castegnato, pochi chilometri a ovest di Brescia.
La relazione con quell’uomo di dieci anni più grande di lei non era stata facile: Galesi ora la tormentava, la tempestava di messaggi e l’accusava di avere una nuova relazione. Sempre sui muri un’altra volta avrebbe scritto – “Goditi i 1.000 euro”, quelli per dei lavoretti che Galesi avrebbe fatto in casa della donna e per i quali non sarebbe stato pagato. In un’altra occasione avrebbe bucato le gomme dell’auto di Casanova. Ieri sera dopo averla colpita ha detto ai vicini richiamati dalle urla e arrivati in strada solo poche parole, in dialetto, prima di chiudersi nel silenzio: “L’ho uccisa io, l’avevo detto e l’ho fatto. Ero stufo”.
Uccisa a martellate in strada dall’ex nel Bresciano
20 Ottobre 2021
Casanova appassionata di arte, animali e storia, già impegnata in campagne ambientaliste a livello locale, lavorava come operaia. Dei suoi problemi con Galesi sapevano gli affetti più stretti, compresi il fratello e l’ex marito che si sono precipitati sul posto e hanno assistito sgomenti ai rilievi dei carabinieri
Interrogato dal pubblico ministero Carlo Pappalardo nella notte a Brescia, Galesi si è contraddetto, poi ha solo detto: “In quel momento la volevo uccidere. Perché tanta violenza? Perché c’erano dei sentimenti, anzi no, ritratto e non voglio rispondere a questa domanda. E’ stato un raptus”.
Galesi ha scelto la sera in cui sapeva che la figlia di Elena era con il padre per colpirla. Ha bloccato la ex che era appena salita in auto tagliandole la strada, e l’ha raggiunta. Con un martello ha sfondato il vetro dell’auto della donna e l’ha trascitata fuori dall’abitacolo. Poi l’ha colpita diverse volte fino ad ammazzarla. La 49enne ha avuto solo il tempo di urlare un ultimo “perché” mentre chiedeva disperatamente aiuto. Poi Galesi si è seduto accanto al corpo e ha acceso una sigaretta mentre aspettava l’arrivo dei carabinieri. Ora è in stato di fermo con l’accusa di omicidio volontario aggravato.