Una minoranza pesante, vista la presenza dei tre ministri. Ma pur sempre minoranza. La geografia interna a Forza Italia, con Renato Brunetta, Mara Carfagna e Mariastella Gelmini compatti nel denunciare un appiattimento del partito al sovranismo in salsa italica, vede infatti una netta prevalenza dei cosiddetti lealisti, cioè coloro che comunque appoggiano in pieno la linea di Antonio Tajani e benedetta da Silvio Berlusconi.
Forza Italia: dalla cena dei rivoltosi alla bacchettata di Berlusconi, il partito implode
di
Emanuele Lauria
21 Ottobre 2021
Il Cavaliere è distratto perché impegnato nella corsa al Quirinale. Ipotesi che necessita il pieno appoggio, per l’intanto, del resto del centrodestra. E come da sempre accade in Fi, il suo posizionamento condiziona e parecchio gli umori e gli equilibri interni. E quindi il fronte dei ribelli, oltre ai tre in Consiglio dei ministri, non è poi così nutrito: dall’ex presidente della Sardegna Ugo Cappellacci a Valentina Aprea, da Lisa Baroni all’eurodeputato Massimiliano Salini, dalla piemontese Claudia Porchetto al salernitano Luigi Casciello.
Centrodestra, il crac di Forza Italia. Ma Berlusconi assolto pensa solo al Quirinale
di
Tommaso Ciriaco
,
Emanuele Lauria
21 Ottobre 2021
Alla Camera due giorni fa in 26, su 77, firmarono la richiesta di voto segreto per l’elezione del nuovo capogruppo. Più o meno è quella l’area del dissenso, che però in queste ore si sta assottigliando visto che, appunto, il Berlusconi poco presente è invece tornato a far sentire la sua voce. Spostatissimo a ‘sinistra’ c’è poi Elio Vito, che ormai però si muove in completa autonomia, spesso sconfinando appunto ben oltre l’area centrista.
Forza Italia, Barelli è il nuovo capogruppo alla Camera. Sfogo di Gelmini: “Ultima stagione del berlusconismo non mi rappresenta”
20 Ottobre 2021
Pienamente ancorati al centrodestra, senza aspirazioni moderate e sogni di modelli Ursula, ci sono invece – oltre a Tajani – altri pezzi da novanta del partito. Licia Ronzulli in primis. I sottosegretari: Giorgio Mulè, Giuseppe Moles, Francesco Battistoni, Deborah Bergamini. Il viceministro Gilberto Pichetto Fratin. Poi i presidenti di regione: Alberto Cirio (Piemonte), Donato Toma (Molise), Vito Bardi (Basilicata) e il neo-eletto in Calabria Roberto Occhiuto. Berlusconiani di stretta osservanza anche i sindaci di Perugia Andrea Romizi e di Trieste Roberto Dipiazza.
In mezzo, c’è il siciliano Gianfranco Micciché, presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana e intento a lavorare per la partita regionale. Così pure Sestino Giacomoni, che si è ritrovato in mezzo alla guerra per il rinnovo del capogruppo a Montecitorio: doveva prendere lui il posto di Occhiuto ma si è ritirato per far posto a Paolo Barelli, un po’ a malincuore.