Trieste – La maestra di yoga ha fatto proseliti tutto il giorno. Gambe incrociate, meditano sull’assunto “vaccinarsi per amore di sè e degli altri ma senza verità non è vero amore”. Le due signore con i capelli bianchi venute da Roma alzano una rosa bianca al grido: “Buona resistenza”. In piazza Unità d’Italia si gioca a scacchi per terra, si suona la chitarra, si insegue un pallone, si improvvisano comizi citando Gandhi e Madre Teresa di Calcutta. Quelli che sono venuti lo stesso, 2-300, nonostante l’annullamento in extremis di quella che avrebbe dovuto essere la più massiccia manifestazione No Green Pass d’Italia, con 20.000 persone attese in quella che è diventata la capitale dei contagi e dei No Vax – sono venuti con i fiori, rose bianche e girasoli. Dei temuti black bloc, dati in arrivo anche dall’estero, nessuna traccia anche se i timori non erano infondati. Per tutta la notte la città è stata cinta d’assedio, e su 1.500 persone controllate, nella rete sono caduti in dodici, respinti con un foglio di via del questore: otto esponenti di Casa Pound, due anarchici e due di estrema destra.
Trieste, presidio con i fiori al posto della manifestazione No Pass
dalla nostra inviata
Alessandra Ziniti
22 Ottobre 2021
Non erano venuti con animo pacifico visto che a uno di loro sono stati trovati coltello, maschera antigas, caschetto e cacciavite. Secondo la questura almeno in 300 erano pronti a entrare in azione se il presidio si fosse trasformato in corteo. Ma il dispositivo di prevenzione ha funzionato. E anche la paura degli organizzatori della manifestazione di finire “in trappola” e di non essere in grado di garantire il pacifico svolgimento della protesta ha sottratto un altro proscenio agli agitatori venuti da fuori.
Ma la piazza è rimasta sospesa per tutta la giornata, con l’eco del ritornello che è diventato il simbolo di questo movimento triestino che voleva accreditarsi come il trascinatore della protesta italiana contro la “dittatura sanitaria” e che invece si è sgretolato in pochi giorni dopo lo sgombero a colpi di idrante del varco 4 del porto. “La gente come noi non muore mai”, cantano. Ma come noi chi? I portuali, dopo tre giorni, hanno fatto un passo di lato, provocando le dimissioni del loro portavoce Stefano Puzzer che ora è diventato il leader del Comitato 15 ottobre e, come una star, ha iniziato una sorta di tour per piazze e picchetti in altre città e oggi guiderà la delegazione che incontrerà il ministro dell’Agricoltura Patuanelli.
“Si aspettavano che oggi ci sarebbe stato bordello a Trieste per avere la scusa per annullare l’incontro con il governo, per questo abbiamo azzerato tutto”, dice nella sua prima trasferta allo stabilimento San Benedetto di Venezia. E poi ci sono i pacifisti del movimento 3V e il coordinamento No Green Pass che ammette: “Ci dispiace che la scintilla che avevamo contribuito a creare sia sotto pesante soffocamento”.
No Green Pass, revocata la manifestazione di Trieste. “È una trappola, non venite”
di
Alessandra Ziniti
21 Ottobre 2021
Adesso anche la città è divisa. Con il fardello di 139 positivi ogni 100.000 abitanti ( l’incidenza più alta d’Italia) a fronte di una percentuale di vaccinati del 71% con una dose contro la media nazionale dell’85, Trieste fatica a tenere insieme le istanze di chi rivendica una sorta di “indipendenza dalle decisioni del governo” e promette di non calare la testa di fronte all’obbligo di Green Pass, la voglia e, tutto sommato, anche la necessità di non perdere il treno della ripresa. Stefano, con il suo taxi, è rimasto fermo per tutta la mattina in aeroporto in attesa di una corsa. “Oggi e domani avrebbero dovuto arrivare due navi da crociera, sono migliaia di turisti, sono lavoro. E invece le hanno mandate altrove per motivi di sicurezza. Io capisco il diritto di protestare, ma la maggior parte degli operatori economici della città dice basta. Anche noi vogliamo la libertà di poter tornare a lavorare”.